Se per i frutti del fitto e continuo dialogo tra Brescia e Bergamo dovremo aspettare l’anno 2023, almeno sotto il profilo istituzionale, c’è già qualcuno che sotto la spinta della propria iniziativa - artistica, emotiva, civile - ha deciso che i confini tra le due città non sono certo una barriera tra confinanti litigiosi ma anzi uno «specchio» di tanti destini comuni e intrecciati. Nella gioia che l’arte può provocare come nella sofferenza di un cataclisma sanitario che ci ha colto nudi e indifesi sotto molti aspetti. L’architetto Angelo Mena ha chiesto ai suoi «Angeli» di spiegare le ali: insieme a Federica Bandinelli - autrice con lui del progetto - l’artista, progettista e artigiano di Palazzolo sull’Oglio dalla carriera internazionale ha infatti realizzato 45 nuove sculture di due metri di altezza (per tre centimetri di spessore) che ieri mattina alle 11.30 sono state inaugurate nella piazza Oms dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, per ringraziare i «guerrieri in camice bianco», ossimoro creato per esprimere riconoscenza verso il personale medico e infermieristico in generale.
Una riconoscenza personale dell’artista che si sposa con il sentimento della gratitudine comunitaria: questi angeli musicanti di struttura autoportante, realizzati in multistrati di okoumé dalla ditta Capoferri, sono state disegnate dall’architetto bresciano e poi interpretate pittoricamente dai ragazzi con disabilità delle associazioni Anfass di Brescia, La Nuvola di Orzinuovi, Rustico Belfiore di Chiari e Incordata Odv di Grumello del Monte. Un’avventura che parte dal cuore di Brescia, quando la prima versione di questa mostra «Angeli - I colori della musica» prese possesso, trasfigurandola con la delicatezza del suo allestimento, di una parte di piazza Paolo VI a Brescia, per poi costruire altre tappe a Orzinuovi, Iseo, Chiari, Grumello del Monte e Palazzolo sull’Oglio.
La mostra che sarà accompagnata dalla colonna sonora «Angels on Earth - Angeli sulla Terra», brano sinfonico in tre movimenti del compositore bresciano Leonardo Di Lorenzo, è definita dagli autori «un atto di riconoscenza verso tutto il personale sanitario che ha tanto combattuto nella guerra al Covid-19 e che ogni giorno continua a condurre dure battaglie, per salvare vite umane». •