Annie Vivanti, la «Gioia!» che conquistò Carducci

di Grazia Giordani
Annie Vivanti
Annie Vivanti
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Annie Vivanti

Molti editori, di questi tempi, si vanno occupando di vite femminili famose nel passato e quindi sapientemente riproposte alla curiosità del lettore. Fve Editori ci fa leggere con interesse «Gioia!» di Annie Vivanti (pp. 184, 16 euro), sapientemente prefato da Lidia Ravera. Annie Vivanti è stata molto amata dalle nostre madri, ma il trascorrere del tempo non ha tolto alla sua scrittura lo smalto di allora. In questa silloge incontriamo un tormentato scambio epistolare tra uno scultore e una poetessa, una Vigilia di Natale inaspettata, una storia d’amore capovolta perché comincia dalla fine, un potere che diventa una condanna, lo spiazzante incontro con un serial killer, il destino di due sposi in mano a una formica, un ammonimento su ciò che si desidera e un ritratto dell’uomo Carducci dietro al poeta. Otto racconti percorsi da colpi di scena, espressi nello stile esuberante e ironico che appartiene a questa fantasiosa autrice. Lidia Ravera, acutamente si chiede come sia possibile che tutto questo consapevole brio, tutta questa modernissima leggerezza appartenga ad una scrittrice vissuta nei primi decenni del secolo scorso, una ragazza del 1886. Non ci stupisce dunque che abbia fatto innamorare Giosué Carducci, lei ventiquattrenne, lui cinquantacinquenne. Apprendiamo ancora dalla Ravera come l’autrice fosse Annie Chartres Vivanti nel Regno Unito, maritata con John Chartres, attivista di Sinn Fein, il movimento indipendente irlandese, impegnato nella lotta di liberazione dal dominio dell’Inghilterra. E fosse invece Annie Vivanti in Italia, dove si affiancò a Mussolini e al Fascismo. Proprio lei che dal Fascismo nel 1941 viene mandata al confino perché nata comunque nella «Perfida Albione». E fu lo stesso Mussolini a intervenire per salvarla. Ebbe la gioia di una figlia prodigio, violinista a sette anni, quindi di fama internazionale. Figlia che si suicidò 48enne nel 1941. Annie morì un anno dopo. Annie ebbe dunque gioie e dolori macroscopici. La silloge dei racconti contenuti in «Gioia!» non ha perso di freschezza e attrarrà allo stesso modo i lettori di allora come quelli di oggi.•.

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