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Biennale d'Arte, luci o lustrini?

di Marco Tiraboschi
Uno sguardo critico sull'edizione 2022 di uno dei più importanti eventi culturali internazionali. Se da un lato il peso delle ostentazioni che solleticano il voyeurismo è enorme, spiccano per profondità «Storia della Notte e Destino delle Comete» e «The nature of the game»
La potenza evocativa di «Storia della Notte e Destino delle Comete», un’opera di Gian Maria Tosatti: una delle installazioni della 59a  Esposizione Internazionale d’Arte a Venezia
La potenza evocativa di «Storia della Notte e Destino delle Comete», un’opera di Gian Maria Tosatti: una delle installazioni della 59a Esposizione Internazionale d’Arte a Venezia
La potenza evocativa di «Storia della Notte e Destino delle Comete», un’opera di Gian Maria Tosatti: una delle installazioni della 59a  Esposizione Internazionale d’Arte a Venezia
La potenza evocativa di «Storia della Notte e Destino delle Comete», un’opera di Gian Maria Tosatti: una delle installazioni della 59a Esposizione Internazionale d’Arte a Venezia

Il «mondo» della Biennale dell’Arte è vario, pittoresco, a volte un po’ ridicolo e artefatto, una summa eterogenea di cialtroneria e piccoli/grandi capolavori magistralmente diretta da Cecilia Alemani, prima donna italiana curatrice della mostra. Evento silente da tre anni a causa dell’emergenza sanitaria, ha dovuto assentarsi, farsi attendere com’ era già successo in passato, a causa della seconda guerra mondiale. Si ripresenta in pompa magna, piena di sfarzo e lustrini ma anche un po’ di disorganizzazione, sbandierando una femminilità e una non binarietà che oscilla sul confine di quello che potrebbe diventare un recinto di curiosità anziché un passo verso il futuro. Così, il trasgressivismo sessuale che si respira ampiamente nelle grandi sale, rischia di diventare mera curiosità per voyeurismo di massa, o sistema educativo, come probabilmente credono alcuni genitori che non risparmiano le opere più «scabrose» ai propri piccoli. Forse la nuova frontiera dell’educazione sta proprio li, nel far comprendere che «ognuno è libero di essere come vuole», come recita il libro per bambini di Leonora Carrington «Il latte dei sogni», al quale la Biennale dell’arte 2022 si ispira per titolo e tematiche.

«Perpetual Motion» al Padiglione Islanda

Anche se la componente «trasgre» attira-curiosi, il pubblico di poseur in abbigliamento stravagante «gender-fluid», le opere impegnate «telegrafate» e quelle pop ultra trite sono presenti in questa edizione. Non mancano gli artisti di grande spessore e opere d’arte estremamente interessanti e innovative. Il padiglione Italia riesce a spiccare il volo con un’istallazione dalla narrazione bipartita di notevole impatto: «Storia della Notte e Destino delle Comete», un’opera di Gian Maria Tosatti, un viaggio emotivo che disorienta, che corre sul confine tra realtà e finzione, che, con una cura estrema, porta lo spettatore a immergersi ne «l’ascesa e il declino del miracolo industriale italiano». Dispersi fra macchine appena abbandonate, trasmissioni radio da un’altra epoca e ombre di una vita da poco passata poggiate su un pavimento ormai fragile, ci si risolve, parzialmente, in una forma di catarsi misteriosa, indefinita, in un grande mare notturno. «Perpetual Motion» di Sigurður Guðjónsson nel padiglione Islanda, è un’opera la cui sostanza è luce e suono: strumenti capaci di spingersi con forza nel mondo del minuscolo, un flusso di energia continuo e imperturbabile che attraversa la natura, unendo i concetti di spazio, energia e tempo. La video installazione «The nature of the game» di Francis Alÿs, che occupa il padiglione del Belgio, è una riflessione sul gioco come relazione creativa con il mondo, porta lontano e lascia un forte senso di fiducia nell’umanità, un lavoro che conferma, una volta per tutte, che l’arte contemporanea non è solo una discesa nell’abisso, ma anche ricerca del sublime. Per chiudere da non perdere il padiglione Spagna con la «correzione» degli spazi di Ignasi Aballí, e la potenza sonoro-visuale di gusto punk di Desastres, opera di Marco Fusano per il padiglione australiano. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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