Brescianova: le arti per parlare d’immigrazione, lavoro, Italia

In una società sempre più multiculturale «non è più possibile ignorare il cospicuo numero di cittadine e cittadini, italiani e bresciani, che hanno alle spalle bagagli culturali differenti. Superando le paranoie identitarie, tali portati offrono una straordinaria occasione di crescita e arricchimento per la collettività». I presupposti si sono trasformati in azioni concrete e grazie alla collaborazione innescatasi tra la partecipata rete di associazioni e cooperative attive sul territorio ha preso forma un nuovo progetto pensato «per restituire il giusto valore al grande apporto sociale e culturale che le migrazioni hanno portato alla città di Brescia e alla sua provincia». È tutto pronto dunque per la prima edizione di «Brescianova – Festival delle nuove cittadinanze», che tra oggi e domani vedrà protagonisti al MoCa – Centro per le nuove culture (Palazzo Martinengo Colleoni, in città) una fitta schiera di protagonisti e testimoni chiamati a raccontare le rispettive esperienze umane e professionali, parlando di arte, lavoro e migrazioni per raccontare la bellezza delle «doppie appartenenze». Il primo appuntamento è fissato per oggi alle 17 in Sala Danze e vedrà come centro nevralgico del dibattito il tema «Immigrazione e lavoro a Brescia, in Lombardia, in Italia»; all’incontro - moderato da Maddalena Alberti, direttrice ADL a Zavidovici - interverranno Chiara Tronchin (Fondazione Leone Moressa), Ibrahima Niane (segretario generale Fillea Cgil Brescia), Roberto Zini (vice presidente Relazioni Industriali e Welfare Confindustria Brescia) e Marco Fenaroli (assessore Servizi Sociali e Inclusione del Comune di Brescia). Quindi, alle 21, l’epicentro si trasferirà al Teatro Idra e dettare il ritmo sarà la musica, tra sonorità multiformi e atmosfere vocate alla contaminazione: a esibirsi saranno infatti la cantautrice Sidy Cassé, il trio rock-fusion E.G.O. e Slava, rapper bresciano di origini ucraine: tra barre senza filtro, smania di riscatto e ambizioni futuribili, la sua musica è un urlo di libertà in faccia alle nuove generazioni: «Vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo, perché fidati, il presente è l’unica certezza». Domani si replica, virando verso coordinate all’insegna dell’ «Arte della doppia appartenenza»: titolo dell’incontro che alle 17, sempre al MoCa, sempre in Sala Danze, vedrà dialogare in un confronto interdisciplinare il regista Elia Moutamid e la cantante reggae-world music Awa Fall, contrappuntanti da Alessandro Sipolo, vicepresidente della cooperativa K-Pax. A seguire, alle 21, ancora in Sala Danze, «Le cicatrici del porto sicuro» faranno da sottofondo all'intervento di Soumaila Diawara (in dialogo con Nuri Fatolahzadeh), autore, scrittore poeta e attivista costretto a lasciare il suo Paese, il Mali, per ragioni politiche, e arrivato in Italia dove ha ottenuto lo status di rifugiato «per forza e per necessità», come dice lui stesso. Tutti gli appuntamenti nel cartellone del Festival - organizzato da Cooperativa K-Pax, Nuova Libreria Rinascita, Ass. ADL a Zavidovici, La Rete Cooperativa Sociale, Articolo Uno Cooperativa Sociale, in collaborazione con il Comune di Brescia e una serie di altre realtà attive sul territorio - sono a ingresso gratuito.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA