Calvagese della Riviera davanti al maxischermo «Noi orgogliosi di lui»

Riccardo Fabbriconi e Alessandro Mahmoud formato gigante
Riccardo Fabbriconi e Alessandro Mahmoud formato gigante
Riccardo Fabbriconi e Alessandro Mahmoud formato gigante
Riccardo Fabbriconi e Alessandro Mahmoud formato gigante

Le prime ad arrivare, poco dopo le 19, sono Misia, Emanuela e Gaia: hanno poco più di 36 anni (in tre) e si preparano a godersi lo spettacolo dalle primissime file, sui gradoni in cemento del campo sportivo di Mocasina. È qui che l’Amministrazione comunale di Calvagese ha voluto celebrare Blanco come si deve, con maxi-schermo e servizio ristoro: un’idea che già balzava in testa ai tempi di Sanremo, quanti ricordi, ma che di certo era più complicata da organizzare in pieno inverno (e con le incertezze dovute al Covid). Poco più tardi arriva anche Giorgia: per le amiche è lei la fan numero uno di Blanco. «Lo dicono solo perché lo vedevo quasi tutti i giorni», ci dice con il sorriso della beata gioventù: «Questo perché mio fratello Sergio è un suo grande amico, insieme hanno pure scritto qualche canzone, prima che diventasse tanto famoso». Tutte e quattro – Misia, Emanuela, Gaia e ora anche Giorgia – spiegano che «fa strano vederlo in televisione, noi che lo vedevamo in giro per le vie del paese: spesso in sella alla sua bicicletta, aveva una Graziella». Bello immaginare che fosse proprio quella l’antenata della «bici di diamanti» dei «Brividi» cantati insieme a Mahmood, anche dal palco dell’Eurovision. «L’abbiamo visto ancora, dopo Sanremo: è stato tanto carino, tutte abbiamo fatto almeno una foto o un selfie con lui». Per una volta, autorizzate a fare tardi: «Stiamo qua fino alla fine, i nostri genitori sono d’accordo». Di fianco a loro, qualche metro più in là, ci sono anche due ragazzi: pantaloncini corti e il pallone appena messo via. Uno indossa la maglietta del Carzago, l’altra quella del Paris Saint Germain: «Non è che ci piacciano proprio tutte le canzoni – ammettono – perché noi preferiamo la trap. Ma Blanco è un gnaro del paese, qua facciamo tutti il tifo per lui». Le gradinate si riempiono quando scende la sera, ogni nota è un’ovazione: tifo da stadio per Blanco, manco fosse una partita di campionato. Tra i tanti volti sorridenti ed emozionati spicca quello della piccola, piccolissima Anastasia: «Ho sette anni e mezzo», ci dice con la voce di una meravigliosa innocenza. «Lo sai che ho scritto una canzone per Blanco?», continua Anastasia: «Insieme a mamma e papà l’ho portata al Bar Sorriso, l’abbiamo consegnata a Simona (Roncetti, la barista preferita di Blanco, ndr) e le abbiamo dato anche un disegno, anche quello l’ho fatto io». Anastasia frequenta la primaria di Mocasina, a due passi dal campo sportivo (è davvero dall’altra parte della strada): «A scuola abbiamo un sacco di cose di Blanco, anche una cartolina autografata. Sarebbe bello se una volta ci venisse a trovare». L’Eurovision va avanti, un’esibizione dopo l’altra: i bambini giocano, tra i più grandi c’è chi spilla le birre, il profumo delle salamine che sfrigolano dal food truck a chilometro zero, c’è pure il gelato marchiato El Gelatèr. È la sera di Blanco, ma è anche la sera del paese che torna a ritrovarsi tutto insieme. «È stata una bella festa, aperta a tutti, una bella occasione per ritrovarsi», commenta infine il vicesindaco Mauro Da Lio: «E su Blanco c’è poco da dire, dopo Sanremo anche l’Eurovision è stato un palco importantissimo, che gli ha dato visibilità mondiale. Siamo fieri, per lui le porte di Calvagese saranno sempre aperte: è stato un onore accoglierlo dopo il Festival, ora lo aspettiamo di nuovo, quando vorrà, per una festa di bentornato, per celebrare anche il suo fantastico Eurovision».•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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