CON MATTOTTI OLTRECONFINE

di Elia Zupelli
Il manifesto ufficiale della mostra del cinema di Venezia del 2018: Lorenzo Mattotti ha lavorato anche per il festival di Cannes
Il manifesto ufficiale della mostra del cinema di Venezia del 2018: Lorenzo Mattotti ha lavorato anche per il festival di Cannes
Il manifesto ufficiale della mostra del cinema di Venezia del 2018: Lorenzo Mattotti ha lavorato anche per il festival di Cannes
Il manifesto ufficiale della mostra del cinema di Venezia del 2018: Lorenzo Mattotti ha lavorato anche per il festival di Cannes

Fantasia, ispirazione, immaginazione: appunti per una «poetica del segno» by Lorenzo Mattotti, fumettista e illustratore di fama internazionale e tratto inconfondibile, ospite mercoledì sera al centro polifunzionale di Paspardo per il terzo appuntamento con Oltreconfine. Lungo la sottile linea rossa, il «confine», che nel percorso personale e professionale dell’artista bresciano (1954) rappresenta il limite tra sogno e realtà, inconscio e subconscio, moderno e arcaico, tempo presente e tempo del ricordo. Delineando un immaginario caleidoscopico di cui lo stesso Mattotti racconterà miti, tipi e archetipi ripercorrendo la propria carriera e la propria concezione del disegno e dell’illustrazione, della creatività e dell’ispirazione, attraverso uno sguardo che si spinge oltre l’orizzonte incendiato di viola e azzurro dall’approssimarsi del crepuscolo. «Una passeggiata attraverso le mie ultime creazioni», molte delle quali hanno preso forma in questi mesi isolati e distanti, verve estemporanea sospinta dalla necessità di evasione e dalla fame di libertà. «Parigi in quei giorni era una città molto calma, senza rumore: lo ricordo come un momento fuori dal temp», riavvolge il nastro a un anno e mezzo fa. «Venivo da un periodo molto sociale, incontravo la gente, disegnavo molto poco ormai... durante la pandemia ho ritrovato la mia solitudine e ho cercato di approfittarne al massimo, ho voluto riscoprire tecniche che non utilizzavo da molto, senza pressione. Sono stato fortunato, lavoravo in studio tutto il giorno, poi tornavo a casa. Il Covid mi ha aiutato a riscoprire il piacere del disegno, della carta, del soggetto senza vincoli se non quelli della mia immaginazione. Sono anche tornato a un’altra passione, i dipinti su larga scala. È stato, almeno per me, un periodo molto produttivo». Acme di un viaggio che affonda le radici negli anni Settanta, quando Mattotti realizza le sue prime storie e Oreste del Buono lo chiama a collaborare con Linus. Da lì l’ascesa è vorticosa: fonda con Carpinteri, Igort e Jori il gruppo Valvoline, nel 1984 realizza «Fuochi», accolto come un evento storico nel mondo del fumetto. Scrive libri - il più recente «Riti, ruscelli, montagne e castelli», dove sono raccolti e ordinati paesaggi, visioni e vari disegni dai suoi quaderni -, crea manifesti e campagne pubblicitarie, disegna numerose copertine per il New Yorker e Le Monde, firma anche quest’anno, per il quarto anno, il manifesto ufficiale e per il terzo anno la sigla della mostra del cinema di Venezia. Una passione particolare, quella in 16:9, che Mattotti ha espresso anche come regista nel film d’animazione «La famosa invasione degli orsi in Sicilia». «In realtà preferisco l’atmosfera di Venezia, è più rilassata... Ritorno al cinema? Per ora non credo, troppo complicato, troppo lungo. Forse qualche cortometraggio». Nel mezzo un altro ritorno: Brescia. «Città con cui ho un rapporto strano: ci ho passato i primi quattro anni di vita, ho vaghi ricordi legati alla primissima infanzia. In Valcamonica trascorrevo le vacanze con i miei genitori, andavamo a Borno. Sono curioso di tornarci oggi, ne approfitterò per riscoprire i graffiti rupestri. Per il resto cerco di evitare le situazioni sociali: sono un tipo solitario, amo starmene immerso nella natura, cosa che mi manca molto quando sono a Parigi». L’appuntamento con la rassegna diretta da Stefano Malosso (settima edizione) è fissato per le 20.30; ingresso libero (www.oltreconfinefestival.it).•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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