LA GARA

Lady Girelli, eterno Leali: un'altra serata bresciana

di Claudio Andrizzi
Laura Pausini la vera stella dopo il trionfo nella notte dei Golden Globe Travolgente Elodie. Commozione Schwazer. L'omaggio a Morricone

Covid o non covid, Sanremo è sempre Sanremo: un mondo che obbedisce solo a leggi proprie, un microcosmo che ignora il dono della sintesi, elefantiaca macchina che nemmeno la pandemia è riuscita a ridimensionare.La maratona inaugurale di martedì non ha fatto il botto atteso: gli ascolti (per quanto sempre inarrivabili) sono risultati inferiori rispetto allo scorso anno nonostante il coprifuoco. Chissà, forse l'odissea di quasi cinque ore per 17 canzoni in gara ha finito per sfiancare anche gli aficionados più integralisti, relegando per altro alla fine della scaletta proprio il contingente bresciano (Renga, la sorpresa Coma_Cose, la Madame prodotta da Estremo). Comunque un buon primo bilancio per i colori biancazzurri. Ieri sera difesi in grande stile da un altro lampo di brescianità che ha portato sul palco due eccellenze della Leonessa. Come Cristiana Girelli, punta di diamante del calcio femminile biancazzurro, attaccante della Juventus e della nazionale, ex- Rondinella, la prima destinataria del premio Perla del Calcio di Bresciaoggi.Talento vero dello sport, ma anche simbolo del «woman power», Cristiana è stata annunciata ieri a sorpresa fra i superospiti. Come Fausto Leali, in un tris di vecchie glorie del festival con Marcella Bella e Gigliola Cinquetti, a rispolverare due superclassici come «Io amo» e «Mi manchi» per rimettere in riga tutti con le solite corde vocali di acciaio inossidabile.Poi via, un altro passo nella marcia di avvicinamento al traguardo della finalissima con una seconda serata in cui capitan Amadeus ha cercato di raddrizzare il tiro, di aggiustare la mira, di calibrare l'intesa con un Fiorello apparso forse un po' appannato, meno brillante del consueto. Certo, il contesto rimane surreale, straniante, emergenziale: difficile far finta di nulla mentre fuori imperversa ancora la pandemia. Ma, come detto, Sanremo sembra l'unico carro cui non è concesso fermarsi.«Questa sera puntiamo a velocizzare, vorremmo finire presto, intorno alle due e un quarto», avverte Fiorello. In effetti fortunatamente il ritmo si fa più serrato, le Nuove Proposte passano in un lampo promuovendo Wrongonyou e il soulman Davide Shorty. La sfilata dei 13 big parte in netto anticipo rispetto alla serata d'esordio, aperta quasi doverosamente da Orietta Berti (veterana assoluta della 71esima edizione all'Ariston dopo 29 anni di assenza), incrociata quasi inevitabilmente alla lunga sfilata degli ospiti: su tutti Laura Pausini, fresca di Golden Globe.Le canzoni che restano in circolo? Il solito, incorreggibile Bugo, la travolgente, ironica performance «Combat Pop» de Lo Stato Sociale (che citano Freak Antoni e gli Skiantos in apertura: onore al merito), l'eleganza di Malika Ayane...Questa sera l'attesa parentesi dell'appuntamento dedicato alle cover, con duetto incorporato o anche senza: Bugo porterà sul palco i Pinguini Tattici Nucleari per «Un'avventura» di Battisti, Ghemon scongelerà i Neri per Caso per un medley di supeclassici, i Maneskin omaggeranno i Cccp di «Amandoti» con Manuel Agnelli, Lo Stato Sociale sensibilizzerà sul dramma dei lavoratori dello spettacolo reinterpretando «Non è per sempre» degli Afterhours con Sergio Rubini, mentre La Rappresentante di Lista ha chiesto il sigillo della Rettore per rileggere «Splendido Splendente». Ci sarà da divertirsi.. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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