Fotografia artistica: sguardi attenti d’autore Premiazioni al Carmine

di Michele Laffranchi
«Dancing in the mirror» uno degli scatti con cui Pilati ha vinto il «Brescia»Christopher Castellini premiato dalla vicesindaco Laura Castelletti  Per Roberto Serra il «Premio Bresciaoggi. Gli angoli nascosti di Brescia»
«Dancing in the mirror» uno degli scatti con cui Pilati ha vinto il «Brescia»Christopher Castellini premiato dalla vicesindaco Laura Castelletti Per Roberto Serra il «Premio Bresciaoggi. Gli angoli nascosti di Brescia»
«Dancing in the mirror» uno degli scatti con cui Pilati ha vinto il «Brescia»Christopher Castellini premiato dalla vicesindaco Laura Castelletti  Per Roberto Serra il «Premio Bresciaoggi. Gli angoli nascosti di Brescia»
«Dancing in the mirror» uno degli scatti con cui Pilati ha vinto il «Brescia»Christopher Castellini premiato dalla vicesindaco Laura Castelletti Per Roberto Serra il «Premio Bresciaoggi. Gli angoli nascosti di Brescia»

Cogliere l’attimo, imprigionare l’istante e cristallizzarlo in impressione senza tempo: il senso ultimo della fotografia è questo, probabilmente. Esplorato ieri in tutte le sue sfaccettature al Museo Nazionale della Fotografia, dove è andata in scena la serata di gala delle premiazioni per la 49a edizione del Premio Brescia di fotografia artistica. Tra gli autori lodati anche Roberto Serra, che si aggiudica il «Premio Bresciaoggi. Gli angoli nascosti di Brescia»: fotoamatore di Concesio, per lui è una seconda volta dopo quella del 2019, quando aveva trionfato nello stesso contesto, all'epoca seguendo il tema «Passeggiando in collina». Serra ha scattato la fotografia che gli è valsa il riconoscimento di Bresciaoggi durante le giornate del Fai all’interno della Chiesa del Santissimo Sacramento o dell’Adorazione, in via Moretto. Allo sfondo artistico, lo splendido abside affrescato alla metà del secolo scorso dal pittore bresciano Vittorio Trainini, si unisce la forza di due donne, catturate di spalle mentre pregano rivolte verso l’altare, coperte dal velo: la solennità della preghiera e la forza dell’opera d’arte, l’Ultima Cena. A trionfare nella rassegna generale è stato il fotografo di Ghedi Ettore Pilati, con le immagini intitolate «Luna Park» e «Dancing in the mirror». Al secondo posto Alessandro Lavezzari («Miguel»), al terzo Massimo Cirimbelli («Binomio indissolubile»): i tre completano un podio di livello, in grado di ergersi in mezzo a 188 fotografie di 46 autori diversi. Sorrisi nelle sezioni speciali anche per Alessandra Roversi (Ritratto), Massimiliano Ferrari (Paesaggio), Claudio Agazzi (Idea più originale), Alessandro Pezzoli (Tema Sociale) e Simona Bazzani (Brescia, tradizioni che ripetono nel tempo). La serata di ieri è stata anche l’occasione per conferire a Christopher Castellini il premio di «Personaggio bresciano dell’anno» per il 2022: un riconoscimento che già era stato previsto per il 2020 ma che poi era slittato a causa del Covid. Castellini, classe ‘92 di Gottolengo, convive da anni con una distrofia muscolare progressiva, che se ha costretto le sue gambe alla carrozzina non ha potuto frenare la passione inossidabile dei suoi sogni: è divenuto celebre, anche in televisione, per le sue performance legate a mentalismo e illusionismo. Premiato dalla vicesindaco Laura Castelletti, Castellini ha illuminato la scena con un discorso dalla toccante profondità: «La mia passione per il mentalismo e per l’illusionismo nasce tanto tempo fa, risale quasi alla mia nascita – racconta il bresciano dell’anno –. Voglio dedicare questo premio alla vita, che è sempre un’avventura straordinaria. A volte ci mette davanti a degli ostacoli, che servono però ad allenarci: è un regalo eccezionale, che merita di essere vissuto fino in fondo. Portare in giro per il mondo un pezzo di Brescia è per me un grande orgoglio». Al termine della cerimonia, l’inaugurazione all’interno del Museo Nazionale della Fotografia della mostra allestita appositamente per celebrare il Premio Brescia di fotografia artistica. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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