la decisione

Il gioco di strada del Tocatì è patrimonio immateriale dell'Unesco

di Ilaria Noro
Quella veronese era l'unica candidatura italiana alla sessione a Rabat. L'esultanza di Zaia: «Riconosciuto il patrimonio culturale vivente»
La delegazione veronese con il sindaco Tommasi a Rabat, per la decisione da parte del Comitato intergovernativo dell'Unesco
La delegazione veronese con il sindaco Tommasi a Rabat, per la decisione da parte del Comitato intergovernativo dell'Unesco
Il Tocatì, Festival inetrnazionale dei giochi di strada

È arrivato il sì dell’Unesco al Tocatì, tradizionale festival di gioco di strada veronese, che entra nella lista del patrimonio culturale immateriale, come decretato nell’ambito della 17/a sessione del Comitato del patrimonio culturale immateriale in corso a Rabat, in Marocco, fino a domani e presieduto dall’italiano Pier Luigi Petrillo.

Per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura il Tocatì è considerato una pratica esemplare per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale.

L’ Unesco, nell’iscrivere il Tocatì quale buona pratica per l’Umanità, si è complimentato con l’Italia - paese leader della candidatura - per aver sviluppato nel corso di tanti anni un percorso condiviso tra le comunità, l’associazione dei Giochi Antichi, la comunità di Verona, la Regione Veneto, e le omologhe comunità di Belgio, Croazia, Cipro e Francia.

In Marocco si sono recati per l’occasione, oltre ad Aga – Associazione giochi antichi che organizza il Tocatì rappresentata dal presidente Giorgio Paolo Avigo e dal vice presidente Giuseppe Giacon, il sindaco di Verona Damiano Tommasi e l’assessora alla Cultura e ai Rapporti con l’Unesco Marta Ugolini.

Il Registro delle Buone Pratiche di salvaguardia

Per l’Italia si tratta della prima iscrizione al Registro delle Buone Pratiche di salvaguardia, uno strumento innovativo e impegnativo che si distingue dalle Liste (in particolare la Lista Rappresentativa, fino ad oggi l’unica utilizzata dall’Italia) per un forte impegno nella sperimentazione di pratiche di effettiva salvaguardia del patrimonio vivente. Una candidatura frutto degli sforzi congiunti di AGA - associazione capofila della rete di comunità e istituzioni locali che fin dal 2003 ha trovato il supporto da Comune di Verona e della Regione del Veneto – e del Ministero della Cultura italiano che, con L'Ufficio Unesco del Segretariato Generale del Ministero della Cultura italiano, ha coordinato a livello tecnico-scientifico-istituzionale la Candidatura Unesco del Programma Tocatì in dialogo con gli Uffici competenti degli Stati-parte coinvolti: Belgio, Croazia, Cipro, Francia.

L'orgoglio del sindaco

«E’ un orgoglio – sottolinea il sindaco Tommasi – essere come Italia e come Verona capofila della prima buona pratica riconosciuta per la salvaguardia del patrimonio immateriale dell’Unesco. Un’esperienza che è nata dal basso, dalla città e che vive la città, e in questo Verona ne è parte e soprattutto ne è orgogliosamente sostenitrice da tanti anni. Credo che questo sia un giusto premio per quanti si sono impegnati fino ad oggi, anche per le amministrazioni precedenti che hanno dato fiato a questo progetto e hanno avuto la capacità di includere anche a livello internazionale gli altri paesi, Belgio, Francia, Croazia e Cipro, che sono stati insieme parte di questo progetto. Da oggi il Tocatì ha sicuramente una responsabilità ancora maggiore, per rappresentare quello che ha sempre rappresentato, i giochi e gli sport tradizionali e soprattutto vivere gli spazi della città in un modo nuovo, condiviso, coinvolgendo famiglie, ragazzi, bambini e adulti attorno ad elementi di socialità tradizionali. Un particolare ringraziamento ad AGA, al Ministero della Cultura, alla Regione Veneto e a tutte le associazioni ONG che hanno partecipato a supportare la candidatura e soprattutto il Tocatì durante il Festival e non solo».

«Siamo orgogliosi e veramente riconoscenti all’Associazione Giochi Antichi, al Ministero della Cultura Ufficio Unesco del Segretariato Generale e alla Regione Veneto – dichiara l’assessora Ugolini – per lo sforzo fatto nella direzione della candidatura del Tocatì come Buona Pratica per il Registro di Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale. Per la nostra città questo riconoscimento, ad un valore immateriale nonché un patrimonio vivente che si inserisce in un contesto già riconosciuto dall’Unesco per il suo valore monumentale, è particolarmente rilevante, perché ci fa capire l’importanza delle comunità, delle pratiche e della cultura vissuta dalle persone. Inoltre questa candidatura del Tocatì, con Verona capofila di un gruppo composto da Francia, Cipro, Belgio e Croazia, sottolinea il valore delle relazioni internazionali, anche in modo informale, pienamente nello spirito dell’Unesco, che vuole creare la pace e il dialogo tra i popoli».

 

Luca Zaia: «Riconosciuto il patrimonio culturale vivente»

«Da Verona a Rabat, ne abbiamo fatta di strada per realizzare questo sogno. Il Tocatì diventa oggi una buona pratica dell’Umanità», esulta il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. «Davanti a un mondo globalizzato con tempi frenetici, il festival veneto di giochi antichi è espressione di un patrimonio vivente e di una dimensione ludica con una forte connotazione tradizionale».

E prosegue: «Nato e cresciuto tra le piazze e i vicoli del centro storico scaligero, il Tocatì è la simbiosi tra storia e gioco, che insieme danno vita a un momento di appartenenza sociale e culturale. Per il Veneto è una ricchezza di conoscenza, al pari di luoghi, monumenti e paesaggi, testimonianza della diversità culturale che da quasi vent’anni è anche bandiera del territorio grazie all’impegno di una grande comunità».

È la prima volta che un programma italiano viene incluso in questa lista e l’esito giunge in occasione della diciassettesima sessione del Comitato intergovernativo riunitosi nella capitale del Marocco. «Questo riconoscimento rafforza ulteriormente l’idea che il patrimonio culturale rappresenti una fonte di identità e la sua tutela deve essere considerata uno dei più importanti driver per lo sviluppo di un territorio, non solo in termini turistici - prosegue Zaia -. Questo ulteriore riconoscimento pone il Veneto ai primi posti della classifica delle regioni italiane con il maggior numero di siti Unesco. Infatti, su 55 siti presenti complessivamente in Italia, il numero di quelli veneti è sorprendente, segno anche di un’attenzione istituzionale che sostiene e valorizza quanto esprime il territorio. La Regione riconosce questa ricchezza che costituisce un patrimonio da difendere e consolidare al tempo stesso».

E conclude: «Oggi a Rabat hanno vinto le immagini e le testimonianze della nostra delegazione e di coloro che da diciannove anni concentrano passione e dedizione nell’organizzare il Festival internazionale dei giochi di strada, espressione forte di identità, tradizioni e cultura di tutta la comunità veneta. E se oggi abbiamo coronato un altro successo lo dobbiamo alla forza di questo progetto. Il Tocatì non può essere considerato solamente un appuntamento con i giochi della tradizione, ma si tratta di un momento che punta alla salvaguardia del patrimonio culturale immateriale che appartiene a tante comunità internazionali. Un perfetto connubio tra tradizioni e identità, che arricchiscono il capitale di conoscenze e valori che vogliamo assolutamente tramandare alle generazioni future».

 

La buona pratica che tiene viva la memoria

Il programma «Tocatì», infatti, vede ogni anno protagonisti a Verona uomini e donne, giovani e meno giovani, provenienti da tutti questi paesi, ricreare e rivivere i tradizionali giochi di un tempo, così da consentire di tenere viva la memoria. Come ha sottolineato il presidente dell’organo di valutazione, l’italiano Pier Luigi Petrillo, professore alla Luiss Guido Carli, è «la prima buona pratica italiana ad ottenere questo riconoscimento internazionale.

Il «Tocatì» è una tradizione sociale che ha consentito di tenere viva la memoria e la pratica di giochi antichi, salvaguardando così un ricco patrimonio di conoscenze e, al tempo stesso, una manualità e una gestualità che tende a scomparire dinanzi alle nuove tecnologie».

Per i valutatori il dossier italiano rappresenta inoltre un esempio eccellente di come si deve formulare una candidatura e per questo tutto il Comitato si è complimentato con l’Italia e gli altri Paesi firmatari.

Ai lavori del Comitato Unesco, cui partecipano oltre 2000 delegati provenienti da 180 Stati, per l’Italia c’erano l’ambasciatore Massimo Riccardo del Ministero degli Esteri, ed il sindaco di Verona, Damiano Tommasi, insieme all’assessore alla cultura e ai rappresentanti dell’associazione giochi antichi.

Nel corso dei lavori, l’ Unesco ha poi iscritto l’Harissa - un piatto tradizionale tunisino - il tradizionale liquore di prugne della Slovenia, la coltivazione del te in Cina e quella in Uzbekistan, mentre ha rinviato l’iscrizione della pittura tradizionale dell’Afghanistan per la carenza nelle informazioni fornite. I lavori proseguiranno ancora domani 2 dicembre.

 

***

 

Il Tocatì è approdato in Marocco. Oggi il grande giorno, in cui si saprà se il Festival dei giochi antichi, nato e cresciuto tra le piazze e i vicoli del centro storico scaligero, e tutte le attività nazionali e internazionali che gli ruotano attorno durante tutto l’anno, entreranno a far parte dell’Unesco.

È in corso infatti a Rabat la diciassettesima sessione del Comitato intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale. E a dar man forte al Tocatì, nella capitale africana arriva anche il sindaco Damiano Tommasi accompagnato dall’assessora alla Cultura Marta Ugolini.

La 17ma sessione del Comitato Unesco

Il «buco»

Fra l’altro proprio nei giorni scorsi la giunta ha stanziato 55mila euro per coprire l’ammanco di bilancio del festival, che ammontava in tutto a 89mila euro. Il resto della somma era stata reperita dall’associazione Giochi Antichi, una delegazione della quale, tra cui Giorgio Paolo Avigo e Giusepe Giacon, presidente e vicepresidente, Sofia Scomparin, che si è occupata dell’elaborazione scientifica e dei rapporti con la comunità, e l’antropologa Valentina Lapicinella Zingari facilitator Unesco che si è occupata del dossier – è volata nei giorni scorsi nella capitale marocchina per partecipare ai lavori. E attendere il verdetto di oggi.

Il Tocatì - Festival Internazionale dei Giochi in Strada
Il Tocatì - Festival Internazionale dei Giochi in Strada

In palio c’è l’iscrizione al Registro delle buone pratiche di salvaguardia dell’Unesco.

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Un primo step è stato superato: l’approvazione da parte dell’organo di valutazione scientifico, annunciato dal presidente Veneto Zaia a inizio novembre. Ora però serve il voto finale e decisivo, degli ambasciatori Unesco di tutti gli Stati membri, quasi 190. La fibrillazione è alta.

Il dossier

«Il dossier lo abbiamo già consegnato ora attendiamo il momento della presentazione ufficiale, con i video e tutto il materiale che abbiamo redatto per questa avventura che è già fantastica», racconta Giacon dal Marocco. All’interno di questa sessione Unesco le proposte previste sono: 24 relazioni su un elemento iscritto nell’elenco di salvaguardia urgente, 42 rapporti sull’attuazione della Convenzione del 2003 e sullo stato attuale degli elementi iscritti nella Lista rappresentativa dagli Stati Parte in Europa, 4 candidature alla Lista di salvaguardia urgente, 46 candidature alla Lista Rappresentativa, 1 richiesta di assistenza internazionale che riguarda l’Ucraina. E ancora, cinque proposte al Registro delle buone pratiche di salvaguardia. Quella di Verona è in lizza in quest’ultima sezione.

L’iscrizione nel Registro delle Buone Pratiche di Salvaguardia dal titolo «Tocatì, un programma condiviso per la salvaguardia dei giochi e degli sport tradizionali» è l’unica italiana. E si tratta di una candidatura multinazionale, che vede l’Italia capofila con Belgio, Francia, Cipro e Croazia.

«Sono arrivati i rappresentanti dell’Ufficio Unesco del ministero italiano. E anche i nostri partner internazionali come il ministro croato, gli amici belgi, la delegazione francese e cipriota. C’è il mondo delle tradizioni qui riunito che discute e si confronta su come difendere le diversità culturali come fonte di ricchezza e di confronto dei popoli in uno spirito di condivisione. Oltre all’assemblea ufficiale, incontriamo e conosciamo chi come noi si occupa della tutela e della salvaguardia dei Giochi e degli Sport tradizionali. Ci stiamo accorgendo che molti già conoscono TocaTì e Verona e tutto ciò ci riempie di orgoglio», aggiunge Giacon. Per ora il Registro Unesco contiene 29 buone pratiche.

Durante l'ultima sessione annuale, a dicembre scorso, il Comitato intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale ne ha iscritte quattro tra Filippine, popolo kirghiso, la salvaguardia dell'arte tradizionale della calligrafia in Iran e i cibi tradizionali in Kenya.

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