«In Valtrompia il dna dell’impresa è secolare»

di Adriano Baffelli
Franco Gussalli Beretta presidente e ad della Fabbrica d’armi Pietro Beretta L’interno del Museo storico delle armi Beretta all’interno della fabbrica di  Gardone  Val Trompia
Franco Gussalli Beretta presidente e ad della Fabbrica d’armi Pietro Beretta L’interno del Museo storico delle armi Beretta all’interno della fabbrica di Gardone Val Trompia
Franco Gussalli Beretta presidente e ad della Fabbrica d’armi Pietro Beretta L’interno del Museo storico delle armi Beretta all’interno della fabbrica di  Gardone  Val Trompia
Franco Gussalli Beretta presidente e ad della Fabbrica d’armi Pietro Beretta L’interno del Museo storico delle armi Beretta all’interno della fabbrica di Gardone Val Trompia

«Costantemente aperti al mondo ma sapendo che si torna sempre a casa: è una delle regole basilari che ci tramandiamo in famiglia. Viaggiare, conoscere, apre la mente ma ogni volta che torno a Gardone Valtrompia capisco quanto siano uniche e preziose la nostra valle e le persone che lavorano con noi. In nessuna altra zona del mondo ci sono operai e tecnici capaci come i nostri». È uno dei passaggi più intensi dell’intervento di Franco Gussalli Beretta, dal 2015 presidente e amministratore delegato della Fabbrica d’armi Pietro Beretta Spa, intervistato da Elena Tursi, presidente dell’Inner Wheel Valtrompia durante la serata proposta su piattaforma digitale con focus: imprenditoria della Valtrompia, legame forte ai valori di un territorio angusto. Folta la digitale platea di esponenti di Club Inner Wheel e Rotary non solo bresciani. Un’occasione per conoscere meglio l’uomo e l’imprenditore designato alla presidenza di Confindustria Brescia. Tenendo per buono un documento del 1526, ma probabilmente l’attività era già in corso dal finire del XV secolo, sono 495 gli anni di storia dell’impresa valtrumplina: la più antica al mondo con la stessa proprietà. Franco, con il fratello Pietro, guida la galassia Beretta, radici saldissime a Gardone Valtrompia, solida presenza in Usa, impianti in altri paesi e presenza commerciale globale. Ma qual è l’animus dell’imprenditoria valtrumplina? «Il nostro progetto - ha spiegato Beretta - è di rimanere leader nella produzione di armi leggere, sportive, da caccia e da difesa. Quanto allo spirito imprenditoriale, c’è una trasmissione del Dna ma c’è stata da parte nostra molta frequentazione dell’azienda, sin da piccolissimi abbiamo respirato quell’aria. Lo stesso faccio ora con mio figlio che ha 24 anni, è nato negli Usa ma i primi tre mesi di vita li ha trascorsi a Gardone e periodicamente vive la fabbrica». Fondamentale risulta la capacità di anticipare tempi ed eventi. Si tratta di un istinto innato? L’intervistato offre una risposta che fa pensare all’allenamento più che alla rendita genetica: «Sono stato introdotto in azienda per gradi, ho iniziato a fare l’impiegato. Mio padre mi mise a fianco di figure che erano delle colonne portanti. Da loro ho imparato a essere manager. Però, papà e i prozii, soprattutto Giuseppe, mi riservavano momenti di attenzione e di specifica formazione, fornendomi strumenti indispensabili per capire il ruolo dell’imprenditore. Certo, per essere manager e soprattutto imprenditori, serve un mix di visioni e decisioni». Gli imprenditori della Valtrompia, insieme a tanti aspetti positivi, qualche limitano ce l’hanno? Per Beretta spesso sembrano chiusi, «non per arroganza ma per un carattere formato in una valle chiusa e per vite dedicate al lavoro». Una domanda verte sul ruolo delle donne. Beretta si dice convinto che sia finito il tempo nel quale le donne erano impiegate solo in amministrazione e nel commerciale, raccontando di una presenza femminile sempre più rilevante e decisiva nella progettazione e in produzione. Situazione che comporta vantaggi per l’impresa perché le donne portano maggiori cambiamenti, utili in questa fase di transizione digitale e di manifattura 4.0, e sono dotate di una profonda capacità di analisi. Sentito il passaggio sul valore dei dipendenti, nel solco di quanto indicava il bisnonno Pietro. C’è una capacità italiana, bresciana e nella fattispecie valtrumplina, di realizzare prodotti qualitativamente eccellenti e allo stesso tempo curati esteticamente. «Non abbiamo materia prime ma la capacità di saper fare bene è una ricchezza immensa, che il mondo ci invidia».•.

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