«L’identità del luogo» nella città che cambia

Centro Juan Pablo Duarte:  a Santo Domingo, nella Repubblica Dominicana. La foto risale al 2017
Centro Juan Pablo Duarte: a Santo Domingo, nella Repubblica Dominicana. La foto risale al 2017
Centro Juan Pablo Duarte:  a Santo Domingo, nella Repubblica Dominicana. La foto risale al 2017
Centro Juan Pablo Duarte: a Santo Domingo, nella Repubblica Dominicana. La foto risale al 2017

La trasformazione ambientale delle città è una forma avanzata di economia sociale. Nell’idea del legislatore-tecnico che realizza la visione urbanistica, ci deve essere tutta l’intuizione rivolta alla ricerca dell’«Identità del Luogo». Il Progetto Pubblico Condiviso, frutto di interrelazioni formali e di scelte, rende la definizione dello spazio un investimento antropocentrico capace di creare ricchezza. Nessun cittadino deve essere estraneo a questo processo di identificazione, per il principio che «Brescia» (ma anche New York o Shanghai) è la sommatoria di quanti vi risiedono, studiano, lavorano o vengono a divertirsi, speriamo presto, e questo essere proprio in quel luogo specifico, li rende osservatori attenti di questa o quella Città. Condividere un territorio specifico fa parte della crescita estetica dell’individuo, una «grande casa comune» che non impedisce di «abitare l’altrove», ma riporta all’origine, al senso più profondo dell’essere umano, dell’essere umani nelle diverse forme di civilizzazioni. In tutte le crisi, come quella che viviamo, il «Nostro Luogo», cresce per diventare migliore, per sostenere l’attacco di altre sconosciute imprevedibilità e dare alle attività pubbliche e private la giusta definizione formale. L’architettura torna a suggerire i contorni del «governo della Città», una disciplina complessa che impone scelte coraggiose attraverso l’uso di tecniche e professionalità capaci di sperimentare cambiamenti innovativi. In questo processo «la scienza del progetto» deve fondere etica ed estetica, per sovrapporsi in un mutuo scambio di informazioni e diventare una neo-urbanistica, in grado di dare risposte alle esigenze sempre più imprevedibili nuovi mondi di lavoro, co-working e co-housing, mall commerciali e di vicinato, scuole e ospedali flessibili). Il percorso che i progettisti (architetti, green e urban designer) dovranno raccontarci servirà per scagliare «il disegno oltre la forma e il tempo», da condividere con gli organi decisori e con le istituzioni culturali, parti interagenti di un organismo in perenne trasformazione. La Città è pronta per lanciare messaggi e modelli e noi, da «spettatori interessati», diventeremo attori protagonisti.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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