«L’ultimo viaggio» Gerri alla Ferrata

Oggi alle 18, alla Libreria Ferrata in corso Martiri della Libertà, si parla di una storia estrema: è chiaro fin dal titolo «L’ultimo viaggio». Una storia inquietante: lo suggerisce già la copertina del libro (Compagnia della Stampa Massetti Rodella, 291 pagine, 17 euro) con quel volo storto e strano tra ombre cupe e rossi (cruenti?) graffi. Il nuovo romanzo del bresciano Riccardo Gerri - già cantautore (Argey), ora al suo esordio di scrittore - è una densa avventura che spazia dalle nostre contrade a impervie vie lontane; una complessa trama, una veloce altalena di date e luoghi, di fatti «realmente accaduti» e di rielaborazione fantastica, narrata in terza persona ma a tratti anche in prima; e nell’intreccio di voci è l’io narrante che apre e chiude la dolorosa vicenda: dall’iniziale «Colpo al cuore» alla «Fine dei giochi» che suggella l’intera storia con questo explicit: «Mio cugino Danny sarebbe per sempre rimasto nel mio cuore». Il ri.Cor.do resta, e chiede di essere raccontato. Dallo shock tremendo in quel torrido luglio 2010: c’è un cadavere da riconoscere, lontano, oltreoceano; c’è un mistero da chiarire dietro ai legami tra «Berlago» - Messico e Costa Rica; birre e bamba, sballi e ambigue amicizie; poi, di più, spietati narcotrafficanti, loschi giochi, azzardi estremi. Ma c’è soprattutto l’animo tormentato e segreto del protagonista tra gusto dell’avventura, bisogno di spingersi oltre e sentimento di un vuoto, un’impossibilità. Un «invadente... strato di polvere» arreda le stanze della «mia anima»; un «continuo degrado verso la sporcizia»... Lo scrive Danny. E lo vive, fino alla precoce fine dentro lo speciale Viaggio che Gerri ha voluto regalargli.•. Ma.Bi.

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