«LabaCsiamo» in luce al MoCa e al Bunkervik

LabaCsiamo al MoCa e al Bunkervik: l’esposizione durerà fino al 27 giugno
LabaCsiamo al MoCa e al Bunkervik: l’esposizione durerà fino al 27 giugno
LabaCsiamo al MoCa e al Bunkervik: l’esposizione durerà fino al 27 giugno
LabaCsiamo al MoCa e al Bunkervik: l’esposizione durerà fino al 27 giugno

Una necessità. Più umana che intellettuale: «Tenere annodati i fili di relazioni che si sono state dilatate brutalmente all’insorgere della pandemia e della enorme crisi sociale che ne è scaturita». Nel surreale secondo semestre dell’anno accademico 2019/2020, nella solitudine delle loro stanze, studenti e docenti hanno aperto oltre mille nuove succursali di Laba e da lì, attraverso le lezioni, lo studio, la ricerca hanno reciprocamente alimentato la creatività e la capacità di interpretare il corpo simbolico di un mondo temporaneamente igienizzato dal contatto umano, in cui la didattica a distanza ha avuto l’effetto di un antidolorifico mentre il vero vaccino è stato «fare arte». Così, per riflesso, il progetto «LabaCsiamo» ha preso la forma vivida di «una rielaborazione filosofica, un’analisi degli accadimenti in tempo reale, una sperimentazione di come si poteva essere diversamente uniti, diversamente operativi, diversamente vivi». Qui e ora, a distanza di un anno, le manifestazioni espressive generate da quel percorso quotidiano fatto di confronti, stimoli, domande e tentativi di risposta hanno trovato la dimensione espositiva ideale al MoCa e al Bunkervik, dove fino al 27 giugno si potranno ammirare le opere realizzate dagli studenti, in un caleidoscopio di fotografia, pittura, grafica e altre intersezioni. Linguaggi multiformi da cui è scaturita una visione comune, con sottotesto emblematico: «Il dissenso al lockdown si mette in mostra». Ieri, proprio al MoCa, la presentazione, durante la quale sono intervenuti – tra gli altri – il curatore Albano Morandi, la vicesindaco Laura Castelletti e il presidente della Provincia Samuele Alghisi, il direttore della Laba Francesco Martinelli e i docenti e coordinatori dei vari dipartimenti coinvolti; oggi, i primi sussulti nei due epicentri urbani (con apertura poi da martedì a domenica, dalle 15 alle 19). Fragilità, solidarietà, sopravvivenza. Ma anche appartenenza, comunità, rinascita, futuro, avanguardia. Sguardi oltre la paura, slanci per un nuovo inizio. Impressi ed espressi nel manifesto intergenerazionale amplificato da Diego Ruggeri (Dipartimento di Graphic Design e Multimedia) e dai co-avventurieri. «LabaCsiamo ha registrato un quotidiano sospeso, congelato. Se la situazione pandemica obbligava il mondo alla distanza, Laba ha risposto con l’incontro, ha veicolato la parola, ha ricostruito un alfabeto, lavorando sul significato. L’immagine, la narrazione, la conoscenza e la creatività sono diventati strumenti fondamentali per riconquistare la vita. Siamo tecnica, siamo cuore. Un equilibrio euritmico tra la classicità dell’opera accademica e la ricerca del senso, nel territorio delle nuove tecnologie. Laba è questo: innovazione in un corpo ben radicato nella tradizione. È dentro la città, ma guarda al mondo. Siamo corpo e siamo spirito. Siamo materia, siamo carta e siamo bit». In sintonia d’intenti, il catalogo vibra nel flusso d’artista: «Simbolo stesso di conoscenza, assume nel nostro lavoro un valore laico di liberazione».•. E.Zup. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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