Magìa Favino all’Oz «Volevo venire qui»

di Vincenzo Spinoso
Bagno di folla ieri sera alla Multisala Oz per Pierfrancesco Favino, in maglia Germani Brescia FOTO ONLY CREWMartin Francisco Montero Baez,  bresciano, nel film con Favino ONLY CREW
Bagno di folla ieri sera alla Multisala Oz per Pierfrancesco Favino, in maglia Germani Brescia FOTO ONLY CREWMartin Francisco Montero Baez, bresciano, nel film con Favino ONLY CREW
Bagno di folla ieri sera alla Multisala Oz per Pierfrancesco Favino, in maglia Germani Brescia FOTO ONLY CREWMartin Francisco Montero Baez,  bresciano, nel film con Favino ONLY CREW
Bagno di folla ieri sera alla Multisala Oz per Pierfrancesco Favino, in maglia Germani Brescia FOTO ONLY CREWMartin Francisco Montero Baez, bresciano, nel film con Favino ONLY CREW

Le sale lo attendevano, ma per qualcuno è stata comunque una piacevolissima sorpresa. Avere Pierfrancesco Favino in persona che presenta il suo più recente film, «L’ultima notte di Amore», è un lusso che 500 persone, suddivise tra le sale 3 e 4, si sono concesse ieri alla Multisala Oz in via Sorbanella, dove il celebre attore ha incontrato i fan prima della proiezione serale. «Amore» con la «a» maiuscola è il nome parlante del personaggio interpretato dall’artista romano nel thriller scritto e diretto da Andrea Di Stefano, presentato di fronte a una platea rapita dal magnetismo di Favino. Attore dalla popolarità ormai debordante, il romano è stato accolto e acclamato come una stella di Hollywood, quale in effetti è: con le partecipazioni nei blockbuster «Una notte al museo», «Le cronache di Narnia – il principe Caspian», «World war Z», «Rush» e altri titoli, Favino ha effettivamente assaporato a pieni polmoni l’atmosfera della collina californiana. Ma senza perdere la voglia di stare in mezzo ai fan: «Grazie di essere qua, voglio dirvi che ho insistito per venirvi a trovare - ha salutato così Favino, che poi viene arringato da uno spettatore d’annata, al quale risponde -. Tu c’eri già quando uscì “Amico mio”? Ormai quel film è preistoria per me. Tempi che, ovviamente, non rinnego». Nonostante l’accenno ai sentimenti, il lungometraggio è un poliziesco: «Sono un po’ invidioso di voi, perché vedete questo film per la prima volta - stuzzica Favino -. Vi prometto che non vi annoierete, la durata di 2 ore vi sembrerà molto più breve, starete sulla poltrona chiedendovi che cosa stia per accadere. Sapete, quando un film italiano è bello, spesso si dice una cosa bruttissima: che non è italiano. Questo, invece, è un film italiano come siamo capaci di fare noi, firmato da un grande regista come Andrea Di Stefano, il quale, anziché seguire la moda di espatriare una volta raggiunto il successo, ha scelto di fare il percorso inverso». «L’ultima notte di Amore» è ambientato «nella Milano di oggi, una città che spesso è stata nei titoli dei thriller, ma che noi abbiamo riportato all’attualità - spiega Favino -. È un film D.O.P., girato in pellicola con gli elicotteri al posto dei droni, con le esplosioni vere anziché gli effetti digitali, senza i quali sembra che non si possa più fare bei film. Inoltre, la sceneggiatura è appassionante e divertente». C'è una sorpresa anche per l’attore: Emanuele Di Paolantonio e Matteo Cotelli, assistenti di coach Magro, hanno vestito d’azzurro l’attore regalandogli una canottiera della Germani Basket, prima del saluto finale: «So che anche altre sale sono piene, nonostante io non sia andato a salutarli. Se il film vi piace, ditelo; se non vi piace - conclude scherzando - fatevi i fatti vostri».•.

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