«Maji Raku», nuove visioni tra la pittura e la ceramica

Il titolo della mostra  nasce dalla tecnica giapponese e da «acqua» in Swahili
Il titolo della mostra nasce dalla tecnica giapponese e da «acqua» in Swahili
Il titolo della mostra  nasce dalla tecnica giapponese e da «acqua» in Swahili
Il titolo della mostra nasce dalla tecnica giapponese e da «acqua» in Swahili

Le spaccature della terra, i cretti, le luci e le ombre. Uno spazio immenso in cui la fantasia corre…Un viaggio che inizia dalla terra, silenzioso grembo in cui tutto prende vita, si lega e acquista forza. Per esprimerla tutta in un colpo attraverso i solchi di «Maji Raku» - incontri (di vita e) di arte - mostra che fa tappa al Castello di Padernello fino al 15 dicembre, delineando un percorso a più mani scandito dalle opere di Adelmo Zanotti, Bruna Gelpi e Giacinto Silistrini. L’ispirazione, come suggerisce il titolo, guarda verso altri mondi e altre atmosfere espressive, con vedute fino in Oriente: se «Maji» infatti, significa acqua in Swahili, «Raku» è l’antica tecnica di cottura della ceramica giapponese. Poi, la pittura: le due arti si confrontano e rincorrono sugli stessi scorci. Dialogano. Interagiscono. Per Zanotti la terra è materia d’elezione, il raku la sua magia; Gelpi e Silistrini nascono come pittori, l’arte non è la loro professione primaria ma fa parte della loro vita da sempre: l’obiettivo comune è far riscoprire il valore di un territorio attraverso il valore della composizione artistica che lo rappresenta e a modo suo lo racconta. Dalla terra al cuore e dal cuore alla terra, strumento ideale - quest'ultimo - per legare tra loro gesti ed emozioni e «compagna silenziosa, che conduce dove gli occhi son ciechi e rende visibile il gesto». Che qui affonda le radici nelle lande della Bassa, dove gli artisti osservano i campi, le forme delle mille zolle. Il percorso si estende poi alla provincia. E dunque i laghi, le torbiere, l’acqua, a cui si affiancano delle nature morte. Tutto però nasce dalla terra, sempre lei, «figlia di una tradizione, di un ricordo, di un’intuizione, della ricerca di una soluzione, della povertà e dell’ingegno per superarla: servono buoni occhi e mente libera, ma quando la trovi regala felicità». Quindi il nucleo centrale della mostra, come si anticipava, ha appunto un prologo dedicato ai campi che «vivono» intorno a Padernello. Sguardi locali, orizzonti senza confini: ogni opera raku si confronta con l’opera pittorica che l’ha ispirata, per dare l’evidenza del diverso punto di vista nella comune ricerca. L'ingresso alla mostra è compreso nel biglietto di visita Castello. •. E.Zup.

Suggerimenti