Marietta Ambrosi: la modella bresciana che col suo fascino conquistò l’America

di Chiara Comensoli
L'Associazione Capitolium da dieci anni collabora per il restauro dei monumenti d'epoca all'interno del cimitero monumentale più antico della storia dell'arte. La mappatura del Vantiniano, che ad ora è riuscita a catalogare circa 6 mila identità, ha puntato l'attenzione su centinaia di nomi sconosciuti. Fra queste anime smarrite è emersa lei.
Maretta Ambrosi visse la sua infanzia e adolescenza nella città di Brescia
Maretta Ambrosi visse la sua infanzia e adolescenza nella città di Brescia
Maretta Ambrosi visse la sua infanzia e adolescenza nella città di Brescia
Maretta Ambrosi visse la sua infanzia e adolescenza nella città di Brescia

«È importante non solo per ricordare chi è morto, ma anche per rievocare la vita». È, paradossalmente, ciò che dice Federico Vaglia, presidente dell'Associazione Capitolium di Brescia, del cimitero monumentale Vantiniano. Perché è proprio in un luogo di morte che si è scoperta fiorente una rete di vicende intricate, vite complesse e sfuggenti, avvincenti e misteriose, ancora da scoprire. Molte, moltissime le tombe con un nome ma senza identità: spiriti perduti fra i grovigli del tempo che, lentamente, stanno tornando alla luce grazie all'impegno dell'Associazione Capitolium che, da dieci anni, collabora per il restauro dei monumenti d'epoca all'interno del cimitero monumentale più antico della storia dell'arte. La mappatura, che ad ora è riuscita a catalogare circa 6 mila identità, ha puntato l'attenzione su centinaia di nomi sconosciuti. Fra queste anime smarrite è emersa lei, Marietta Ambrosi, grazie al marito sepolto qui dal 1914: la scolpitura marmorea lo chiama Marcus Waterman, le notizie lo incoronano pittore del colore della seconda metà dell'Ottocento americano.Di lei resta, in loco, meno di un alito di vento; in America circola invece un suo libro di memorie: l'Associazione, oltre ad averne curato la traduzione, ha gestito una fitta corrispondenza giunta fino agli Usa, dove vivono i discendenti di Marietta. Come avvertiti dal flebile alito di vento, sottile voce di spirito, risposero solerti alla chiamata: la documentazione e i ricordi sono stati conservati grazie all'avvertimento di uno dei suoi nipoti che ripeteva zelante un monito alle figlie: «Forse, prima o poi, qualcuno vi contatterà dall'Italia: allora li aiuterete e gli consegnerete tutto».Come mai questo libro di memorie ha attirato così tanto la vostra attenzione? Cos'ha di speciale la figura di Marietta Ambrosi?La sua storia, emersa fra le tante custodite come segreti dal Vantiniano, è unica: lei, nata a Rovereto ma bresciana d'adozione, nel tempo diventa la modella più nota e più pagata degli Stati Uniti, mentre in Italia resta sconosciuta. Nel 1892 scrive delle memorie, pubblicate dalla stessa Marietta a Boston e recentemente tradotte dall'Associazione Capitolium: questa donna non scrive dei propri successi, ma della sua Brescia, che ha tanto amato. Questo scritto lo dedicò ai ragazzi italo-americani, per fare in modo che si ricordassero delle loro origini. È incredibile come il libro non sia mai approdato fra le opere della letteratura italiana.Marietta spesso si abbandona a descrizioni della città di Brescia. Sono ancora riconoscibili alcuni dei tratti delineati?Marietta parla del centro storico, dove fortunatamente nulla è stato deturpato. Descrive la scuola delle dorotee e alcuni suoi ambienti ancora presenti: tratteggia scene vivide, come quella in cui gioca all'interno del colonnato, dove si fa male. Fa nomi e cognomi di persone, poi recuperate e delineate grazie al suo ricordo; cita il teatro, piazza Erbe, ma anche il cimitero Vantiniano, del quale ricorda le manifestazioni notturne del giorno dei morti, riprese 10 anni fa. Di questo posto descrive anche dei gruppi scultorei che ancora oggi esistono.«Vita di una ragazza»: perché questo prezioso libro di memorie ha impiegato così tanto tempo per giungere in Italia?Per una donna era difficile pubblicare nell'800. Il contatto con la terra italiana l'aveva, ma non aveva agganci particolari. Lei aveva, nel suo lavoro, più rapporti con francesi e americani. Se avesse continuato a vivere in Italia non sarebbe diventata mai niente. Oltretutto era brutta, e a dirlo è lei stessa. Spesso è stata scolpita come uomo, non come donna. Tuttavia il Boston Globe la citava con frequenza. Dicevano che lei era fantastica perché diversa: catalizzava cosi l'interesse di tutti.La descrizione di luoghi, usanze, persone, cerimonie e giochi di un passato ormai remoto che valore potrebbe avere oggigiorno?Ha un grande valore. Il suo sguardo genuino e attento nei confronti del mondo e dei suoi ricordi esprime molta felicità, il che può fare solo bene. La sua è una visione serena. Un ragazzo, leggendo questi spaccati di vita, si può immedesimare, perché lei parla in modo fisico di quello che faceva. Ti fa assaporare le cose. È importante coltivare l'intuizione, la curiosità e l'osservazione: tutte cose che possiamo imparare da questo libro, che vorremmo portare nelle scuole.Possiamo paragonare Marietta a qualche figura femminile odierna?No. È unica. Lei ha vissuto gli anni fra il 1859 e il 1866, ha vissuto il Risorgimento. Il suo romanzo non è finzione, ma si nutre di storia vera, quella con la S maiuscola.Quanto cambiò la vita di Marietta, così giovane in America?Tantissimo. È diventata famosa e molto ricca: riceveva fino a 1500 dollari per una singola posa. Ha trovato un ambiente molto interessante, nel quale ha potuto conoscere suo marito. Boston era una città abbastanza europea, con molti pittori che aprivano lì il proprio studio. Ma Marietta non fu solo la modella più famosa del secondo Ottocento americano, perché divenne anche costumista e poi insegnante di italiano e francese. Quello era un ambiente molto fertile.Ad oggi abbiamo, che lei sappia, altri documenti diaristici che raccontino avventure simili di altri bresciani?Per le donne al momento questo è l'unico, per l'Ottocento. Le altre voci, quando le abbiamo, sono tutte maschili. Si tratta della prima uscita della neonata casa editrice Fen e parte dei proventi andrà al cimitero Vantiniano, che necessita di un restauro. Solo così potrà irradiare altre storie.. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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