Montecastello a Tignale un premio per gli occhi

Madonna di Montecastello
Madonna di Montecastello
Madonna di Montecastello
Madonna di Montecastello

Bianco da sembrare intagliato nella roccia, è simbolo di purezza. Alto da sembrare il nido di una rondine montana, è simbolo di spiritualità. Silente da sembrare un ghiacciaio dimenticato in un angolo di mondo, anzi in un eremo: è simbolo di intimità e riconciliazione con se stessi e con il paesaggio. Il Santuario della Madonna di Montecastello, a Tignale, richiede pazienza e fatica per essere visto. Ma quando l’ascesa, che riproduce la salita di Cristo al Golgota, termina, è un creato magnifico il premio che viene concesso agli occhi: il monte Baldo svettante all’orizzonte, la penisola di Sirmione abbandonata ai flutti, la vita brulicante e lontana sulle coste del Garda da una parte. Dall’altra, un’immane costruzione architettonica con la fronte cesellata di decori e due scalinate imponenti che la fanno assomigliare ad una sfinge cristiana. Al suo interno c’è la «Casa Santa», tempietto dell’800 d.C. Circondato poi da affreschi di scuola giottesca risiede l’ex voto più grande d’Europa, di inizio XVII secolo, raffigurante la battaglia in cui fu ucciso il bandito Zanzanù: un evento ritenuto dagli abitanti di Tignale e Gargnano come miracoloso e degno di essere rappresentato in nome della pace dei villaggi finalmente ristabilita. La guerra, un’altra, lambì tuttavia quest’oasi di pace anche molti secoli dopo: tutt’intorno al Santuario si dipanano gallerie e postazioni di difesa della Prima Guerra Mondiale, ancora ben visibili lungo percorsi che da qui si inoltrano nel folto della vegetazione e della precarietà umana. Chi.Co.

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