LA MOSTRA

Tappa a Monza per «volare» a Tokyo, città di spiriti e leggende: video della mostra

di Sara Centenari
Nel Belvedere di Villa Reale «Yokai - Le antiche stampe dei mostri giapponesi» prorogata fino al 9 ottobre: grande affermazione per il curatore bresciano
Samurai, il rituale delle cento candele: è nella sala che apre il percorso della mostra «Yōkai. Le antiche stampe dei mostri giapponesi» aperta venerdì 15-20, sabato e domenica 10.30-20.
Samurai, il rituale delle cento candele: è nella sala che apre il percorso della mostra «Yōkai. Le antiche stampe dei mostri giapponesi» aperta venerdì 15-20, sabato e domenica 10.30-20.
Yokai, i mostri dentro Villa Reale: il Giappone a Monza

Un allestimento può essere un’infilata di dipinti, reperti e tessuti oppure un dialogo tra opere accostate l’una all’altra da un lampo di genio logico: l’idea di permettere al visitatore di godere della mostra «Yokai - Le antiche stampe dei mostri giapponesi» come se percorresse l’antica strada Tokaido, risalente a mille anni fa, è solo una delle trovate assai riuscite di questo percorso di esposizione, che è stato prorogato fino al 9 ottobre e ha già attirato decine di migliaia di persone nell’inaspettata cornice del Belvedere di Villa Reale a Monza.

Il curatore è il bresciano Paolo Linetti

A trovare le opere dopo un paziente lavoro filologico è stato un raffinato conoscitore d’arte figurativa giapponese, il bresciano Paolo Linetti. Docente, critico e divulgatore che da oggi alle 12 sarà possibile ascoltare su bresciaoggi.it in un video esclusivo per il sito web. Il curatore ha convinto tutti, pubblico e critica, con questo viaggio per nulla scontato dentro l’universo di segni del Giappone dell’epoca Edo. Un excursus dentro l’immaginario artistico di generazioni di autori che hanno messo china su china, nero su bianco e colore su colore i personaggi dell’affollato pantheon di kami (divinità giapponesi) e di esseri mostruosi e dediti alla trasformazione: demoni, spettri e quant’altro, come yokai, bakemono, oni.

Dal rituale delle cento candele ai tesori «contesi» a De Chirico dal collezionista Bartolini

 

Intervista all'ideatore de «Il Giappone nel chiostro»

«Non mitologia ma folklore - come ribadisce il curatore bresciano -, non soprannaturale ma preternaturale, quel tipo di evento incomprensibile alla logica umana che fa parte delle meraviglie del creato». Scommessa rischiosa quella di allestire le 265 opere nei mille metri quadrati del Belvedere: xilografie, dipinti, specchi in bronzo, abiti da samurai, kimono, armi bianche e netsuke, piccole sculture in avorio della collezione Bertocchi. «Posso dire di aver compiuto un “safari“ di mostri, una perlustrazione di musei e collezioni private. Dalla quale arrivano alcuni dei quaderni manga di Hokusai, xilografie di Hiroshige e Chikanobu e un rotolo a scorrimento di 11 metri dalla collezione di Luigi e Luciana Bartolini che si contendevano con De Chirico le stampe giapponesi tra i banchi di Roma».

Samurai, il rituale delle cento candele

Il rotolo è un’opera in seta e inchiostro su carta da gelso, che narra la vicenda di Shutendoji, alla guida di un esercito di mostri che infesta il monte Oe nei pressi di Kyoto. Di grande impatto la ricostruzione del rituale delle cento candele, pratica dei samurai del ’700 che spaventavano i compagni con racconti popolati da donne-ragno, le Jorogumo, tassi trasformisti chiamati Tanuki e le Ningyo, sirene dalla carne profumata che può donare agli uomini giovinezza o morte atroce.

I numeri dei visitatori a Monza

Quattordicimila i visitatori verso metà settembre - i “paganti“ classici -, perché ancora non sono note le cifre delle scolaresche, numerose a maggio e giugno. «I visitatori sono stati immaginati come pellegrini delle tappe del Tokaido» (strada di collegamento Kyoto-Edo, la moderna Tokyo), che vagano tra il settore del notturno giapponese e le sezioni su mostri di mare, di terra e di fiume fino alle tende progettate da Andrea Vaccari, che evocano le «noren» delle locande giapponesi. L’esperienza è stata anche pensata per bambini e ragazzi con un « quaderno del viaggiatore», grazie al quale durate la mostra i più giovani cercano le pagine, «sparse» ad arte, nella stessa stanza che l’adulto visita a modo suo.

Mostri su carta: catalogo, libro e testo in inglese 

L'allestimento aperto il 30 aprile, prodotto da Vertigo Syndrome - realtà appena nata e fondata da Chiara Spinnato per condurre «una crociata contro l'uggia delle mostre d'arte» -, è prorogato dunque fino al 9 ottobre 2022. Curiosità: una sezione della casa editrice Hop! con i lavori dell'illustratrice bresciana Loputyn.  L'allestimento è aperto venerdì 15-20, sabato e domenica 10.30-20. Oltre alle xilografie, in mostra anche abiti, armature e sculture moderne in vetroresina di Lorenzo Possenti.
Tutta questa ricchezza è confluita in un volume curato da Linetti ed edito dall’editrice Skira che ha investito su 3 formati: catalogo puro, libro, e testo per il mercato inglese. Tra i legami intrecciati quello con il Museo della carta di Ino e Unsodo, ultima casa editrice giapponese delle xilografie, da sei generazioni. «Creò i quaderni di Hokusai: per noi è come se fossero ancora attive le edizioni di Manuzio!». E poi le matrici in legno di ciliegio stanno scomparendo, quindi parliamo di un piccolo mondo unico, prezioso, irripetibile. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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