Parolini, il grido per tenere alta l’attenzione contro la mafia

La mafia del sopravvivere ho incontrato (perciò ci rassomiglia): era il menefreghismo, l’area grigia, l’omertà, l’indifferenza silenziosa, il lamento del non agire, di chi pensa che la verità sia solo quella che non fa male, un’autodifesa... Caa-paci, Qui la pace, dove fanno il deserto, la chiamano pace diceva Tacito parlando al tempo dei romani, Insula Fimi, A29 ventitré del cinque millenovecento novantadue diciassette cinquantasette e quarantotto: tritolo, nitrato d’ammonio, ciclonite: il botto la trappola, la prenotazione della fine, l’incartocciarsi delle Croma, un cratere sospeso... **************************** Nato a Castelfranco Veneto nel 1967, Massimo Parolini si è laureato in Antropologia filosofica all'Università Ca' Foscari di Venezia. Dal 1997 è insegnante di Italiano e Storia. Dal 1995 si è trasferito a Trento, collaborando dal 1997 alle pagine culturali di «Alto Adige», «Adige», «Corriere del Trentino», «Didascalie» e «L’Adigetto». Ha al suo attivo numerose pubblicazioni in poesia. Collabora con il blog «Versante Ripido» ed è membro del direttivo dell’associazione culturale «A. Rosmini» di Trento e de «Il Bosco dei Poeti». All'indomani dell'ennesimo anniversario dalla strage di Capaci, è opportuno riprendere in mano il tema con questa importante poesia. Essenziale che ci siano ancora voci che s'indignano, perché se questo ricordo diverrà un ennesimo grido nel deserto dell'indifferenza umana non solo Falcone sarà ucciso un'altra volta, ma dovremo prepararci a rivivere la storia. Solo la consapevolezza delle nuove generazioni ci può salvare da un’epoca di scontri e nefandezze, alle quali la nostra «povera patria» sembra destinata da secoli. Giustamente Parolini sottolinea come la mafia sia frutto di connivenza e concussione, ma la consapevolezza che sia la maggiore responsabile di una questione meridionale non ancora risolta dovrebbe renderla invisa soprattutto ai giovani, costretti spesso ad abbandonare per motivi lavorativi la loro terra meravigliosa. La stella di Falcone e Borsellino deve splendere sempre più luminosa per darci la direzione giusta ed alleggerire l'Italia da questa secolare zavorra.•.

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