Sanremo Jukebox con Gozzetti e Zani

Due cantautori versatili fieramente made in Bs portano avanti oggi la nostra iniziativa «Sanremo Jukebox». Terzo giorno di «Brescia canta il Festival», lunedì di una settimana consacrata alla rassegna canora più famosa d’Italia, al via domani per concludersi sabato sul palco del teatro Ariston (e già oggi a Casa Sanremo, da Red Ronnie, saranno ospiti i bresciani Alessandro Ducoli, Valerio Gaffurini e Titti Castrini). Dopo Riccardo Maffoni e Saraluce, Jury Magliolo e i Corimé, oggi tocca innanzitutto a Daniele Gozzetti, esperto e talentuoso quanto basta a potersi cimentare con il pezzo che ha lanciato i Timoria. Per «L’uomo che ride» al Festival di Sanremo nel 1991 fu introdotto il Premio della Critica. La band capitanata da Omar Pedrini si presentava così al mondo della canzone. Gozzetti la interpreta con rispetto e passione. La sua versione è un atto d’amore per un rock che a distanza di anni continua a volare anche senza vento. Il musicista di Paderno Franciacorta ha un lungo curriculum alle spalle: dagli esordi dialettali alla svolta in italiano di «Dani Goz» e «In balia di forze oscure»; in repertorio i singoli «Cosmic», «Progresso» col feat. di Dellino Farmer e «La vita moderna» con Piergiorgio Cinelli. Senza dimenticare l’avventura rockabilly con gli Idilliaci. Il mese scorso Gozzetti ha lanciato un progetto bresciano-americano che contempla musica e danza «per immaginare nuove vie d’uscita dal buio del lockdown». Il video di «Blues run the game» sancisce la partnership con Abby Silva Gavezzoli, ballerina originaria di New Orleans, laureata in performance e danza al Marymount Manhattan College di New York, per 16 anni componente della prestigiosa Parsons Dance con la quale si è esibita nei più importanti teatri di danza contemporanea al mondo. Dal 2018, Abby si è trasferita con la famiglia a Rovato. Insieme a lei Gozzetti conferma la sua vocazione a sperimentare. Cantautore, attore, showman «e libero pensatore», solo Enrico Zani poteva cimentarsi con un interprete atipico come Francesco Nuti. La sua «Sarà per te» (1988) nasce da «in primis dal fatto che il pezzo è meraviglioso, poi perché Nuti al di là dei suoi problemi nella vita è un artista che sento molto affine». L’omaggio - reso con misura e sensibilità - al cineasta che sapeva cantare è l’ultimo frontiera superata da un artista poliedrico, musicista e intrattenitore con 20 anni di carriera alle spalle tra club, programmi televisivi e radiofonici, collaborazioni con Sergio Caputo, Francesco Baccini e Johnny Winter. Il musicista bresciano il 20 gennaio scorso ha pubblicato con i Soci del Pirlo un ep di 4 tracce: «Ti ringrazio mio signore», «Madonnina dai riccioli rock», «Il blues dei consiglieri regionali» e una cover di «Figli delle stelle». Video con la regìa di Enrico Fappani, compact disc in 150 copie in edizione limitata, con la copertina disegnata dal tatuatore Cristiano ‘Maso’ Masini. Con Zani suonano nella band Sergio Benzoni (chitarra elettrica), Paolo Legramandi (basso, autore anche degli arrangiamenti) e Arki Buelli (batteria).•.