«Siamo noi i fuorilegge dell’abbraccio... L’arma in più»

Una giornata meravigliosa. C’è il mare fuori dalla finestra e sembra di essere in vacanza, sembra di fare un salto di 8 mesi dal grigiore di Milano. Da qua si vede un orizzonte in cui sinceramente speravamo: il mare d’inverno è affascinante e poetico ma anche basta... Speravamo tanto che si concretizzasse questa possibilità chiamata sole... Aiuta. Decisamente. Continuiamo a sentire quanto tutti avvertano la mancanza degli abbracci, del calore umano: noi siamo fortunati, stiamo insieme e possiamo abbracciarci quanto vogliamo. Un bel superpotere, la nostra vera arma segreta, lo Sputnik dei Coma_Cose... Siamo un po’ i fuorilegge, in questa gara e in questo contesto, ma in un senso affettuoso. Bello! È bello, anche, sentirci parte di un Festival che di sicuro verrà ricordato, anzi è già nella storia. E che speriamo resti un caso isolato, e non possa verificarsi mai più. Cantiamo subito e il Festival vero e proprio inizierà sul palco, ma in questi giorni ci siamo abituati all’idea di quello che ci aspetta provando e riprovando: in stanza, al chiuso, fra di noi. Sarà strano, perché a sentire i racconti degli anni passati qui era una grande festa, i colleghi tutti insieme, la vicinanza dei fan, le chiacchiere fra addetti ai lavori e gli autografi all’aria aperta. Tutte cose che non potremo fare, non potremo vivere. Almeno siamo in due e questo rende il tutto un po’ meno straniante. Pensiamo che impazziremmo, se ci ritrovassimo a piombare in una bolla come questa all’improvviso. La vita di tutti i giorni non è tanto diversa, purtroppo, da molto tempo: dopo un anno di lockdown con brevi interruzioni abbiamo gli anticorpi e anche un Festival così blindato è un po’ normalità. Queste giornate sono state una maratona d’interviste. Ci siamo ritagliati ogni giorno un’oretta per le prove, fortunatamente la camera in cui alloggiamo è grande e si può ripassare allo specchio, con la moquette anni ’70 sembra di stare in un locale... Invece le prove con Alberto Radius e i Mamakass le abbiamo fatte a Milano. «Il mio canto libero» può venire una bomba, ne siamo certi, ma a questo punto la rifaremo direttamente sul palco. Siamo comunque tranquilli. Cerchiamo di riposarci, pure, per quel che si può: ci portano la colazione in camera, qui facciamo anche trucco e parrucco, tutto veloce e contingentato, un po’ rock and roll! Non osserviamo una dieta particolare per questi giorni perché in realtà mangiamo bene da sempre, a parte il classico bicchiere di vino. Verdura, frutta, siamo dei bravi bambini e qua c’è anche un sacco di pesce. Il menù non è un problema. Quando saliremo sul palco dell’Ariston, esorcizzeremo la tensione con la nostra scaramanzia: prima dell’esibizione, una stretta da gang fra di noi. Come facciamo per ogni concerto. Faremo così anche stavolta, anche al Festival. Per il nostro debutto a Sanremo portiamo una canzone che s’intitola «Fiamme negli occhi: i nostri colori richiameranno l’idea di fuoco. Arancio scuro, rosso? Vedrete...

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