TUTTO BASILETTI IN UN SOLO VOLUME

di Francesco De Leonardis
Il Capitolium agli occhi di Luigi Basiletti: artista raffinato, abile a districarsi in tutti i generi della pitturaUn autoritratto giovanileIl Capitolium visto da sud
Il Capitolium agli occhi di Luigi Basiletti: artista raffinato, abile a districarsi in tutti i generi della pitturaUn autoritratto giovanileIl Capitolium visto da sud
Il Capitolium agli occhi di Luigi Basiletti: artista raffinato, abile a districarsi in tutti i generi della pitturaUn autoritratto giovanileIl Capitolium visto da sud
Il Capitolium agli occhi di Luigi Basiletti: artista raffinato, abile a districarsi in tutti i generi della pitturaUn autoritratto giovanileIl Capitolium visto da sud

Domani all’Ateneo di Brescia, in Palazzo Tosio alle 17, è in programma la presentazione del libro «Luigi Basiletti (1780-1859) Carteggio artistico», a cura di Bernardo Falconi, edito dall’Ateneo con il contributo dell’Associazione Amici dei Musei. Con l’autore interverrà Fernando Mazzocca, storico dell’arte. Se ci apprestiamo a festeggiare la Vittoria Alata, lo dobbiamo anche a lui. Non fu da poco il merito di Luigi Basiletti nella campagna di scavi nell’area del Capitolium, coronati nel 1826 dal rinvenimento della grande statua bronzea che è divenuta il simbolo della nostra città. Basiletti fu pittore raffinato, abile nell’affrontare tutti i generi, ma soprattutto autore di splendidi paesaggi con i quali, per primo, rese in tutta evidenza la bellezza dei nostri laghi e delle nostre colline. Fu però anche protagonista indiscusso della scena culturale di Brescia in quella vivacissima stagione, piena di fermenti culturali e di iniziative, che vide la nascita dell’Ateneo di cui divenne socio attivo dal 1810, la riscoperta di Brescia romana, la fondazione del Museo Patrio con la pubblicazione del «Museo Bresciano Illustrato», la formazione della grande collezione d’arte del conte Paolo Tosio, del quale fu amico e ascoltato consigliere nell’acquisto di alcune tra le opere di maggior pregio. Il suo non fu solo un ruolo giocato sul piano locale; l’importanza che rivestì nel dibattito artistico nazionale tra Neoclassicismo e Romanticismo hanno trovato conferma nelle mostre dei suoi paesaggi e dei suoi ritratti al Museo Lechi di Montichiari (2016 e 2017) e nella presenza di alcune sue opere alla grande mostra del «Romanticismo», curata da Fernando Mazzocca, che si è tenuta nei mesi scorsi a Milano. In occasione di tutte queste esposizioni ha fornito nuovi contributi di studio Bernardo Falconi, massimo conoscitore della pittura bresciana del XIX secolo, impegnato nella ricerca delle lettere dell’artista che sono ora raccolte e pubblicate in un volume, edito dall’Ateneo di Brescia con il contributo dell’Associazione Amici dei Musei. BASILETTI oltre che con i corrispondenti bresciani, tra i quali c’era un legame particolare con Paolo e Paolina Tosio, fu in rapporto epistolare con tanti artisti e intellettuali d’Italia, come Antonio Canova, Bertel Thorvaldsen e i pittori Giuseppe Diotti, Francesco Hayez, Pelagio Pelagi. Falconi ipotizza che le lettere fossero in origine alcune migliaia, ma quel carteggio è andato disperso (lo studio del pittore fu saccheggiato nel corso delle X Giornate). Il volume raccoglie ora 337 lettere che Falconi ha selezionato tra tutte quelle ritrovate in diversi archivi pubblici e privati, non solo bresciani. Le lettere, trascritte integralmente, ce lo fanno conoscere in alcuni aspetti del suo carattere, che emergono anche nei giudizi su alcuni colleghi: di Rodolfo Vantini, con cui non andava d’accordo, scrive, ad esempio, che era «un intrigante». Ad arricchire il volume c’è una sezione di 55 illustrazioni tra le quali sono di particolare interesse quelle relative alle pale d’altare, perché Basiletti praticò anche il tema sacro, e quelle degli affreschi di Palazzo Ducco (già Martinengo della Motella e Calini). Ci sono, infine, una bibliografia ragionata e un prezioso indice dei nomi. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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