LA SFIDA

Agricoltura, anche a Brescia manca manodopera. Domani click day per le regolarizzazioni

Nel settore un terzo dei lavoratori di nazionalità straniera, con una crescita elevata di quelli extracomunitari, che rappresentano circa il 70 per cento

Malgrado l’aumento delle quote del decreto Flussi rispetto al 2022, nelle aziende agricole bresciane e italiane mancheranno ancora lavoratori per le attività tardo primaverili e estive. A dirlo sono i vertici delle associazioni agricole. Il presidente di Confagricoltura Brescia, Giovanni Garbelli, sottolinea che l’organizzazione aveva chiesto da tempo una revisione del decreto.

«Abbiamo apprezzato la possibilità di programmare, in una prospettiva triennale, le necessità di manodopera stagionale aumentando le quote d’ingresso legali per i lavoratori stranieri - spiega -, ma occorre almeno il triplo della manodopera disponibile e adeguatamente qualificata. Anche quest’anno il numero delle domande sarà maggiore rispetto all’offerta, basti dire che il solo comparto ortofrutticolo assorbe il 30 per cento degli stagionali».

Dagli agriturismi alle campagne, la quota non è sufficiente

La quota dei 44 mila, metà della quale riservata alle associazioni datoriali agricole, non è sufficiente e rischia di compromettere la raccolta e le lavorazioni essenziali di frutta e ortaggi. Ma anche gli agriturismo, da qualche anno, denunciano la forte mancanza di personale che, anche quest’anno, li costringerà a ridurre il numero di coperti per Pasqua. «I nostri uffici - ricorda Garbelli - stanno effettuando un grande sforzo organizzativo sia per precaricare sul portale del ministero le numerose istanze per conto delle aziende agricole associate, sia per i controlli preventivi, come richiedono le nuove norme di semplificazione, normalmente espletati dagli ispettorati territoriali del lavoro».

In agricoltura un terzo della manodopera è di nazionalità straniera, con una crescita elevata di quella extracomunitaria, che rappresenta circa il 70 per cento: a prevalere è l’Africa, in particolare Marocco, Tunisia, Senegal, Nigeria e Mali, ma è rilevante anche la quota di manodopera non comunitaria proveniente dell’Est Europa, soprattutto da Albania e Macedonia, e dall’Asia (India e Pakistan).

«Auspichiamo che il click day del Decreto flussi, previsto per domani, si svolga correttamente e senza intoppi tecnici - conclude Garbelli -, in modo che possa finalmente prendere avvio l'iter formale per ottenere i nulla osta al lavoro entro trenta giorni e, subito dopo, i visti di ingresso in Italia, in particolare per i lavoratori indispensabili per le imminenti operazioni di raccolta».

Importante che sia stata recepita la proposta di programmazione triennale dei flussi

Sulla vicenda è intervenuta anche la Coldiretti. «Nei frutteti italiani con l’arrivo dell’estate servono almeno quarantamila lavoratori anche per colmare la mancanza di manodopera che ha duramente colpito le campagne lo scorso anno con la perdita rilevante dei raccolti agricoli nazionali», ha rimarcato il presidente, Ettore Prandini, nel chiedere subito altri ingressi in riferimento alla nuova programmazione dei flussi di immigrazione decisa dal Consiglio dei ministri. «È molto importante - ha aggiunto Prandini - che il Consiglio dei ministri abbia recepito la nostra proposta di programmazione triennale dei flussi per consentire una più agevole pianificazione del lavoro da parte delle aziende agricole».

Un pressing da più fronti, dunque, per risolvere una questione complicata. Il tutto mentre in provincia di Brescia non si ferma l’arrivo di profughi richiedenti asilo (la settimana scorsa altri 50 a Gambara); un paradosso per queste persone, che potrebbero essere impiegate come risorsa ma che non possono lavorare finchè sono senza permesso di soggiorno, bloccati dalle complicazioni burocratiche (e peraltro con l’incombente ombra, come spesso accade in queste situazioni, del lavoro in nero).•. 

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