il progetto

A Brescia la nuova startup "Amalia" che cerca il caregiver adatto per ogni anziano

di Redazione web
Una piattaforma che tramite l'intelligenza artificiale e algoritmi, agevola le famiglie nella ricerca del badante più idoneo, e presente in 19 regioni

Nasce a Brescia la startup "Amalia", la piattaforma che tramite intelligenza artificiale (Ai) e algoritmi, agevola le famiglie nella ricerca del badante più idoneo per esperienza, competenze, tratti caratteriali e personali dell’anziano da assistere. Una piattaforma che, tra le altre cose, fornisce anche supporto contrattuale e assistenza alle famiglie e alle badanti puntando a contrastare il burnout e la cosiddetta “sindrome Italia”, cioè il malessere delle lavoratrici straniere, in particolare dell'est Europa, soggette a malattie invalidanti dovute agli anni vissuti come migranti in Italia, lavorando come colf e assistenti familiari, lontane dai loro cari.

Alcuni dati

La startup, presente in 19 regioni, ha finora gestito 635 famiglie, ha ricevuto quasi 58mila candidature di badanti generando circa 3,5 milioni di euro di stipendi per i lavoratori.

Le badanti in Italia sono circa 1,12 milioni, per il 91% donne e per il 70% straniere. Nel Bresciano solo negli ultimi 10 anni si sono persi oltre 4mila posti di lavoro, passando dai 20.773 contratti regolari del 2012 ai 16.199 del 2022

Ma si prevede un aumento delle richieste: un fattore puramente demografico. Secondo alcuni studi, infatti, nel 2042 gli over 65 saranno quasi 19 milioni, pari al 34% della popolazione.

I principali problemi nella selezioni di badanti

Il problema riscontrato da molte famiglie consiste nella difficoltà di distinguere i professionisti dalle persone senza esperienza che spesso si improvvisano caregiver. Ma non solo. All'interno della platea di professionisti non tutti sono compatibili con le esigenze, il carattere e le preferenze dell'anziano da accudire.

La startup bresciana

Proprio per supportare le famiglie nella ricerca del badante più idoneo ha vita Amalia (www.amaliacare.it). Nata dalle esperienze personali e familiari delle due fondatrici: Sonia Paonessa, con esperienza pluriennale nell’assistenza familiare e Eliana Pèrez, figlia di un'assistente familiare.

“Attraverso i nostri vissuti personali e professionali - spiegano -, ci siamo rese conto delle difficoltà nella ricerca e selezione del giusto caregiver". Obiettivo: "Puntare principalmente a cambiare il metodo di selezione così da aiutare a trovare il caregiver ideale per la situazione specifica; un assistente in grado di inserirsi nella vita dell'anziano e di costruire un rapporto duraturo con la famiglia, facilitando l’incontro e la gestione di caregiver professionali ”.

Il progetto

La startup sfrutta le più evolute tecnologie per dare il via a un innovativo processo di selezione in grado di soddisfare le esigenze sempre più complesse delle famiglie. Si parte dallo studio approfondito della situazione della persona da assistere poi si individuano tutte le caratteristiche che deve avere il caregiver ideale ed infine attraverso algoritmi e domande adattive, la startup è in grado di individuare il match perfetto, quindi l’assistente familiare con il giusto mix di esperienza, competenza, disponibilità e tratti caratteriali.

 

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