economia

Iveco, vendita Magirus a fondo tedesco: la preoccupazione dei sindacati. Atteso un vertice in Loggia

di Manuel Venturi
Lunedì 18 incontro anche con la sindaca sul futuro della società controllata dalla quotata

Iveco Group guarda al futuro con un nuovo Piano strategico, mentre Brescia si interroga - all’insegna della preoccupazione - sul destino di Magirus e dei lavoratori.

Il nuovo fronte

A Brescia si guarda con preoccupazione soprattutto al futuro di Magirus, che produce mezzi speciali antincendio e che in via Volturno occupa circa 200 persone (tra diretti e indotto), dopo l'annuncio dell'accordo con il fondo tedesco Mutares per la cessione prevista entro gennaio 2025.

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Ieri, 14 marzo, si sono tenute assemblee dei lavoratori, che hanno espresso preoccupazione, mentre i sindacati - Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Uglm - in una nota congiunta chiedono che «il ministero delle Imprese e del Made in Italy convochi urgentemente un tavolo con tutte le parti coinvolte, tanto più che il settore era stato in precedenza dichiarato strategico, nell’ottica della tutela del sito, delle produzioni e dei lavoratori». Richiesta condivisa dal parlamentare del Pd, Gian Antonio Girelli.

Le preoccupazioni e il vertice

Già nell’incontro dello scorso luglio, prosegue il comunicato, «erano emerse le motivazioni per le quali Iveco aveva deciso di intraprendere la strada della cessione, legate a una perdita d’esercizio reiterata negli ultimi 10 anni. Con questa decisione, Iveco si mette al riparo dai problemi nel rapporto con Magirus, quest’ultima, e i lavoratori soprattutto, invece intraprendono un percorso non rassicurante». Nel frattempo il pressing dei sindacati ha già avuto un primo risultato, almeno per quanto riguarda le istituzioni cittadine. Su sollecitazione dei rappresentanti dei lavoratori, la sindaca di Brescia, Laura Castelletti, ha fissato un incontro per lunedì 18 marzo alle 9 nella sala Giunta di Palazzo Loggia. Parteciperanno anche gli assessori Andrea Poli e Marco Fenaroli, il presidente del Consiglio comunale e i capigruppo.

Gli obiettivi della quotata

Intanto il gruppo quotato in Borsa spinge sull'acceleratore, raggiungendo già nel 2023 i target per il 2026: al Capital Markets Day a Torino presenta un nuovo business plan al 2028 alzando gli obiettivi della guidance anche al 2024.

In campo ci sono pure nuove partnership: con Ford Trucks, il marchio di Ford Otosan per i veicoli commerciali pesanti, e l'estensione della collaborazione con Hyundai nei veicoli pesanti elettrici, sia a batteria sia a celle a combustibile, per i mercati europei. Con la sostenibilità figurano tra gli i punti di forza del futuro del gruppo, ferma restando una disciplina finanziaria che intende «incrementare il potenziale di generazione di cassa oltre che a ridurre la stagionalità ove possibile», ha evidenziato l'amministratore delegato Gerrit Marx.

Il piano al 2028

Il piano al 2028 è da oltre 5,5 miliardi di euro di investimenti e i target chiave per le attività industriali includono ricavi netti di circa 19 mld di euro, adjusted Ebit margin tra 7 e 8%, free cash flow di circa 0,9 mld. A livello consolidato è atteso un utile netto di circa 0,9 mld di euro e un utile diluito superiore a 3 euro per azione. Numeri che hanno dato slancio al titolo in Borsa, dove ha chiuso a 13,56 euro (+11,42%).

Sul fronte M&A «valutiamo ogni business dove ci manca qualcosa su competenze o tecnologia e che aggiungono valore al gruppo», ha precisato Marx. Il nuovo piano punta su tre aree chiave: transizione energetica, intelligenza artificiale e software defined vehicle, guida autonoma. Per le fabbriche «continuiamo a investire in quelle in Italia. Guardiamo con cautela a quello che succede sul mercato, ma gli stabilimenti sono in buona forma», ha sostenuto Marx che di Foggia ha detto «viaggia a pieno regime». Le altre fabbriche «viaggiano a piena capacità» ha sostenuto il manager.

I risultati già ottenuti sui target sono in larga misura attribuibili, per i vertici del gruppo, «all'estrema focalizzazione sul risultato e all'approccio di squadra, che unisce le oltre 36.000 persone in tutto il mondo verso uno scopo comune». Da qui gli obiettivi rivisti per il 2024, rispetto a quelli prospettati a febbraio, verso un ebit adjusted tra 920 e 970 mln di euro. Per le attività industriali è atteso un miglioramento dei ricavi netti, in calo del 4%, (prima -5%). L'adjusted ebit viene dato tra 790 e 840 mln di euro. Inalterati i traguardi per il free cash flow tra 350 mln e 400 mln e gli investimenti a 1 miliardo di euro.

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