L'industria piange la scomparsa di Damiano Gnutti

L'imprenditoria bresciana e lumezzanese sono in lutto per la morte di Damiano Gnutti, scomparso ieri nella sua casa di Brescia dopo alcuni problemi di salute che, nell'ultimo periodo, non gli hanno dato tregua. Gnutti, che avrebbe compiuto 82 anni il prossimo 17 novembre, era nato a Lumezzane (il suo soprannome era «Pehte») dalla storica famiglia che vide il padre, il Cavaliere del Lavoro Umberto, con tutti i fratelli inaugurare nel 1939 il Villaggio Gnutti con scuola, ospedale e residenze per gli operai. Era una figura di spicco dell'industria bresciana, presidente della Holding Umberto Gnutti, cui fa capo il gruppo Almag (presente e ben radicato anche all'estero) che, nel 1994, ha trasferito il quartier generale dalla Valgobbia a Roncadelle.
Laureato in Economia all'Università Bocconi di Milano, Damiano Gnutti ha iniziato a lavorare quando era studente, prima all'Eredi Gnutti; poi, nel 1966, l'ingresso nella società di famiglia. La sua esperienza imprenditoriale, condotta a fianco del fratello Giorgio, l'ha portato ad aderire alle associazioni di categoria come l'Aib all'interno della quale è stato anche componente del comitato dei saggi nella fase di passaggio dalla presidenza di Aldo Bonomi a Franco Tamburini. A questa si aggiunge anche la sua presenza nel Rotary Club di Brescia, dove era considerato una figura di riferimento. Il momento più difficile per lui è stato rappresentato dal sequestro, la sera del 21 dicembre 1979, quando è stato imprigionato in un cementificio dismesso di Concesio dove si è poi liberato da solo 25 giorni dopo.
Damiano Gnutti, grande appassionato di caccia e montagna, lascia la moglie Laura Cingi e il fratello Giorgio con cui collaborava nel gruppo aziendale. I funerali si terranno domani alle 10,30 nella chiesa di San Lorenzo a Brescia partendo dalla sua abitazione; poi la salma sarà cremata. Domenica, alle 11,30, sarà celebrata una messa nella cappella di famiglia al cimitero del Villaggio Gnutti di Lumezzane dove poi saranno tumulate le sue ceneri. F.ZIZZ.

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