La Valsabbina è senza ostacoli. L’utile netto vola a 21,5 milioni

Renato Barbieri, Tonino Fornari e Marco Bonetti ai vertici della Banca Valsabbina con quartier generale a Brescia
Renato Barbieri, Tonino Fornari e Marco Bonetti ai vertici della Banca Valsabbina con quartier generale a Brescia
Renato Barbieri, Tonino Fornari e Marco Bonetti ai vertici della Banca Valsabbina con quartier generale a Brescia
Renato Barbieri, Tonino Fornari e Marco Bonetti ai vertici della Banca Valsabbina con quartier generale a Brescia

Un primo semestre 2021 da protagonista e senza ostacoli per Banca Valsabbina, culminato con un utile netto in accelerazione che firma nel periodo il primato in doppia cifra a 21,5 milioni di euro (+166,6% su base annua): emerge dai conti al 30 giugno scorso approvati dal Cda della popolare - con quartier generale a Brescia - presieduta da Renato Barbieri. Le performance - spiega una nota - sono state conseguite pur attuando una prudenziale politica di accantonamento sul portafoglio crediti, che ha comportato un aumento delle rettifiche del 46% (includendo anche perdite da cessione di deteriorati per 3,6 milioni di euro). «Il risultato, particolarmente positivo, è stato raggiunto nonostante il complesso scenario economico, a conferma della capacità di resilienza e di adattamento alle difficoltà del mercato della nostra banca - sottolinea il presidente -. L’utile netto tiene conto di un generalizzato positivo andamento dei ricavi, influenzato solo in parte dalla plusvalenza derivante dalla cessione della partecipazione in “Cedacri”, ma sconta anche un aumento delle rettifiche creditizie e l’ulteriore riduzione dei deteriorati». E beneficia di positivi effetti fiscali. La Valsabbina, aggiunge il presidente, «prosegue nel percorso di crescita e di sviluppo, avvalorato da un generale e sensibile miglioramento degli aggregati patrimoniali ed economici, efficientando e innovando il modello di business per interpretare al meglio le esigenze degli stakeholder». I dati fanno emergere «una banca dinamica e reattiva, che sta continuando a supportare i territori di elezione e sta rispondendo efficacemente alla complessità del contesto, contando su indicatori anche di qualità del credito e reddituali in progressivo miglioramento negli ultimi quattro esercizi», dice ancora Barbieri che poi si concentra sulle prospettive. «Il miglioramento dell’economia, l’andamento positivo dei principali indicatori aziendali e la consolidata redditività della gestione, conseguita nonostante la crescita delle rettifiche, consentono di prevedere un trend positivo per l’esercizio e di delineare un risultato ulteriormente rafforzato rispetto a quelli dell’ultimo triennio - spiega -: ciò permetterà, seppure nell’ambito dell’approccio prudente che contraddistingue la banca e coerentemente con le richieste della Vigilanza, di remunerare i nostri soci con un dividendo più premiante rispetto al recente passato». Gli aggregati patrimoniali al 30 giugno di quest’anno della Valsabbina - Tonino Fornari è il direttore generale, Marco Bonetti il condirettore generale, Hermes Bianchetti il responsabile Divisione Business - esprimono una raccolta diretta superiore a 4,497 miliardi di euro (+15,01% su base annua); l’Indiretta che supera i 2,547 miliardi di euro (1,713 mld come fondi comuni e polizze assicurative) con un progresso del 30,74%. La raccolta complessiva varca la soglia dei 7 miliardi di euro (+20,24%). «Il trend di crescita importante delle masse, pur agevolato dalla situazione generale - si legge nella nota -, risente positivamente dell’impulso dato dall’attività commerciale e di sviluppo della banca che, tra l’altro, prosegue con efficacia nel percorso di razionalizzazione della rete territoriale» (costituita da 70 filiali, compresa la nuova Agenzia di Parma, con più di 730 dipendenti). In sensibile incremento anche gli impieghi (+15,94% a quasi 3,6 miliardi di euro), «per effetto della vivace dinamica delle nuove erogazioni a medio termine», con oltre 2.700 finanziamenti concessi nei primi sei mesi dell’esercizio per circa 458 mln di euro (+35%). Prosegue l’attività di derisking e di ulteriore miglioramento della qualità del credito, con uno stock di deteriorati lordi (Non performing loans, Npl) sceso a 231 milioni di euro (-63% rispetto al massimo di 620 mln nel 2016), anche con ulteriori cessioni di crediti. Il rapporto tra deteriorati e totale crediti lordi (Npl ratio lordo) si attesta al 6,2% (era al 9,4% dodici mesi prima). Confermato l’efficientamento dei processi di monitoraggio, gestione interna e valutazione dei crediti, incrementando le rettifiche: il totale dei deteriorati netti scende da 177,1 mln di euro a 117,8 milioni, con un Npl Ratio netto passato dal 5,7% al 3,27%. Il tasso di copertura dei deteriorati sale dal 42,2% del 30 giugno 2020 all’attuale 49,1%. Il «Texas Ratio» arretra dal 52% al 31%. La solidità della Valsabbina (il patrimonio netto sfiora i 387 mln di euro) è confermata da un Cet 1 Ratio pari al 15,6% e un Tier Total Ratio al 16,8%, largamente superiori a quelli richiesti dalla Vigilanza. Dal conto economico emerge un margine di interesse in progresso del 21,95% a 47,454 milioni di euro, un margine di intermediazione di 90,081 mln di euro (+36,59%), considerata anche la plusvalenza lorda di 8,1 mln (7,5 mln netti) relativa alla cessione della partecipazione in «Cedacri». Le rettifiche di valore su attività finanziarie passano da 11,551 milioni di euro a 13,225 mln di euro anche per effetto di una politica valutativa conservativa nell’ambito di un continuo miglioramento della qualità del credito. Il risultato netto della gestione finanziaria sfiora i 77 milioni di euro (+41,8%). I costi operativi (a 51,418 mln; +17,86%) crescono anche per effetto dell’aumento dimensionale della struttura. Ma il cost-income migliora (dal 65 al 57%). La Valsabbina registra un incremento anche nel numero di quanti detengono titoli della Banca (soci e azionisti), a quota 42.680. Il numero dei conti correnti aperti nelle filiali sale da 89.554 a 93.743 (+5%) nei dodici mesi «confermando l’efficacia delle strategie attuate», conclude il comunicato. La popolare opera attraverso una rete territoriale che conta 45 sportelli in provincia di Brescia, otto in quella di Verona, due a Milano e quindici tra Bergamo, Bologna, Mantova, Milano, Modena, Monza-Brianza, Padova, Reggio Emilia, Torino, Trento, Treviso, Vicenza, Cesena e Parma.•. R.Ec. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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