AMBIENTE E FUTURO

Adesso c'è il dovere di dare risposte

di Mario Mattei

Da Roma a Glasgow fino a Brescia è un lungo giro d’Europa che nell’ultima settimana ha visto diverse tappe significative. Il G20, la Cop26 ma anche la tre giorni di Futura Open Talks in città per confrontarsi su ambiente, sostenibilità, prospettive, segno che il tema è sensibile, attuale, sentito. Nella nostra città e nella nostra provincia, in maniera particolare: le ferite, tante, ancora aperte, fanno ancora male, non passa settimana che non se ne aggiungano altre (ad esempio l’altro giorno la discarica abusiva scoperta a Casto), e il percorso verso la luce «green» sembra ancora molto difficile e tortuoso. Bene in ogni caso che se ne parli, sempre e a lungo: deve passare il messaggio che qualcosa bisogna fare, e subito. Deve, sì: è un dovere. Si deve passare dalle chiacchiere, tante, ai fatti, sempre pochi. Prendere impegni concreti, metterli sulla carta, e realizzarli: dalla transizione sostenibile di una città che deve fare i conti con una pesantissima eredità industriale al rispetto del territorio sempre più devastato della provincia bresciana; da una rivoluzione tecnologica sempre in ritardo e poco efficiente allo stato precario dei fiumi di cui molto spesso ci si è dimenticati. Passare, finalmente, dalle parole ai fatti è quello che i bresciani, ormai stufi, si aspettano. Bresciaoggi peraltro da mesi ha aperto una strada, con il suo lavoro in chiave «Agenda 2030» che si è aggiunto a tutte le iniziative legate al Festival del futuro. Ma serve che a tutti i livelli, soprattutto a quelli più alti, ci si dia una svegliata: stop ai tanti proclami ideologici, rimboccarsi le maniche e darci dentro. Brescia lo pretende.

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