L’analisi

Concorrenza. La «strigliata» di Mattarella

di Stefano Valentini

Che il testo vada pure in pagina della Gazzetta Ufficiale, ma il governo e il Parlamento faranno bene a riscriverlo. Nel penultimo giorno dell’anno appena trascorso, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha promulgato la legge per il mercato e la concorrenza. Ma con un’ineccepibile procedura già altre volte fatta valere, il via libera del Quirinale è accompagnato da osservazioni rivolte con una lettera alle tre personalità che guidano il Senato, la Camera e soprattutto Palazzo Chigi. Nel provvedimento, spiega Mattarella ai suoi interlocutori, ci sarebbero «profili di contrasto con il diritto europeo» e non mancherebbero «rilevanti perplessità di ordine costituzionale». In sostanza, il capo dello Stato ha apposto la sua firma, perché la legge in questione rappresenta uno degli obiettivi del Pnrr, e pertanto non era il caso di temporeggiare. Ma l’assegnazione delle concessioni per il commercio su aree pubbliche così com’è stata stabilita nel testo, finirebbe per premiare, cioè per garantire, l’esistente a scapito di nuove e troppo restrittive concessioni, con proroghe automatiche lunghe nel tempo - dodici anni - a favore di chi c’è già, e sproporzionate. Più altre incongruenze di carattere tecnico.

Rilievi non dissimili, comunque, a quelli che Mattarella aveva già espresso in passato, e sempre con una lettera, a proposito delle concessioni balneari regolate sulla base di una legge «emanata dal governo-Draghi e promulgata, senza alcun rilievo, dal presidente Mattarella», come tiene a distinguere il presidente del sindacato dei balneari, Antonio Capacchione. Sindacato che ora si dice sorpreso per l’intervento del Quirinale. Ma al di là delle diversità e delle similitudini fra concessioni oggi degli ambulanti e ieri dei balneari, resta la richiesta di «indispensabili, a breve, ulteriori iniziative del Governo e del Parlamento» avanzate da Mattarella. È un tema dai risvolti giuridici, ma dal contenuto politico, perché il centrodestra ha sempre dichiarato di voler tutelare queste categorie, a costo di non uniformarsi alle richieste europee. «Come da anni, anche in questi giorni la Lega è impegnata per garantire diritti e futuro alle migliaia di lavoratori e imprenditori del commercio ambulante e del settore balneare», ribadisce il suo leader, Matteo Salvini. Ma il libero mercato e la concorrenza sono settori molto sensibili per l’Europa: da ciò si spiega l’intervento del Quirinale. Tanto più che, nel frattempo, la Commissione europea ha avviato una procedura d’infrazione contro l’Italia proprio sulle concessioni balneari, contestando il rinnovo automatico di fatto (cioè il rinvio di un anno delle gare), così come la prevista, ma anch’essa slittata di mesi mappatura delle concessioni. Il governo dovrà ora intervenire per non danneggiare l’esistente evitando, però, chiusure anacronistiche e dannose. Ricordando che l’Europa non è un’insidia: l’Europa siamo noi. 

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