STRAGE IN FUNIVIA

Errore umano l'ultima ipotesi

Tutta colpa di un forchettone? Per ora è solo un'ipotesi investigativa, l'ultima, sul perché non sia entrato subito in funzione il freno - come doveva - prima che la funivia di Stresa, sul Lago Maggiore, precipitasse nel vuoto a 100 km all'ora. Secondo le prime ricostruzioni ancora da verificare, potrebbe trattarsi di un «errore umano». Nel senso che la forchetta, come viene chiamata in gergo, a seconda se inserita o no può attivare o disattivare il freno che scatta per bloccare, quando occorre, l'impianto. E questa circostanza, se cioè il sistema fosse nel pieno della sua funzionalità, potrebbe essere l'esito di recenti interventi di manutenzione. «Si vede la cabina sussultare e poi cominciare la sua corsa all'indietro», ha spiegato la procuratrice di Verbania, Olimpia Bossi, titolare dell'inchiesta che vede dipendenti della società di gestione convocati dai carabinieri come persone informate sui fatti. Se il freno che forse avrebbe evitato una simile e assurda tragedia non sia entrato in azione per uno sbaglio (e non per un malfunzionamento dell'impianto; sempre che l'inchiesta non accerti sia l'una cosa che l'altra), al dramma si sommerebbe l'incredulità: davvero può bastare una disattenzione, pur così grave, per far cadere una funivia? Nell'attesa di capire, l'inchiesta sul disastro (14 morti e solo un bambino sopravvissuto) già indica che accertare la verità è un obbligo per onorare le vittime, avere giustizia e rassicurare i cittadini sui rigorosi e continui controlli di tutti gli impianti in Italia.

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