NUOVO GOVERNO

Guerra ed energia dettano l'agenda

di Federico Guiglia

Ma quale sarà la prima decisione del nuovo governo? L’interrogativo che sorge dopo ogni elezione, stavolta appare superfluo. Perché non sarà il prossimo esecutivo a scegliere quali problemi affrontare per primi: sono i problemi stessi che già oggi dettano l’agenda all’esecutivo sul da farsi subito. In cima alla lista c’è la stangata di guerra, ossia il pesante rincaro che da domani, l’ottobre rosso degli aumenti, vedrà la sola bolletta dell’elettricità salire, secondo il calcolo degli esperti, del 59 per cento. Sarebbe stato del 100 per cento se le autorità preposte non fossero intervenute con misure straordinarie per scongiurarlo. Le previsioni sono nere: in un anno ogni famiglia potrebbe arrivare a spendere come minimo più di cento euro in media al mese, addirittura triplicati in molti casi fra luce e gas. Sui già stratosferici conti pesa, inoltre, la grave incertezza del conflitto che Vladimir Putin ha scatenato in Ucraina da sette mesi a questa parte e che rischia, se possibile, di aggravarsi ulteriormente. Lo testimonia il misterioso sabotaggio sottomarino nel Baltico, con le quattro falle che sono state scoperte lungo il gasdotto North Stream e perdite di gas metano che richiedono da sei mesi a un anno per essere riparate. E soprattutto l’illegale annessione di ampie parti del territorio ucraino che Putin s’appresta a decretare: la più grande annessione militare dalla seconda guerra mondiale in barba a convenzioni e diritti. Dunque, la doppia crisi, energetica e internazionale, impone all’Unione europea di stabilire con urgenza un tetto al prezzo del gas non solo proveniente da Mosca, ma per tutti i fornitori. Bisogna superare le resistenze di Berlino, che vuole reagire per conto proprio (il cancelliere Scholz ha annunciato un piano di 200 miliardi contro il caro gas in Germania). E poi contrastare gli interessi di alcune capitali del Nord e le ambiguità di Budapest. A questa priorità s’aggiunge la necessità di svincolare il prezzo dell’energia elettrica da quello del gas. Sono misure da tempo richieste da Mario Draghi. L’attesa è, però, finita: l’Ue deve decidere nell’odierno vertice straordinario sull’energia. Il caro bollette, l’emergenza più evidente per il governo che se ne va e per quello che arriva, dimostra il dovere della responsabilità nazionale che deve accomunare maggioranze e opposizioni. Un’Italia unita sull’energia per sollecitare la stessa unità all’Europa contro la tempesta economica.

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