PAURA DEL FUTURO

Imparare a gestire i cervelli artificiali

di Franco A. Grassini

È ovvio che l’intelligenza artificiale, proprio perché tende a svolgere funzioni che erano esclusive per l’essere umano, sia guardata con preoccupazione crescente da molti. Un’indagine della Commissione europea resa nota di recente ha accertato che due anni fa la robotica veniva giudicata positivamente dal 60% degli interpellati, mentre attualmente il parere positivo – invece di crescere - è sceso al 40%. Alla base di questi timori ci sono due fattori chiave. Il primo è rappresentato dal naturale timore di un profondo mutamento, già incominciato, nel mondo del lavoro. Quello del camionista che si vedrà sostituito dalla guida automatica è solo un esempio. Ma ci sono tanti, spesso ora imprevedibili, fenomeni analoghi. Il secondo timore è che economie, come quella italiana, basate in maniera preponderante sulla creatività vedano nell’intelligenza artificiale il presupposto per una concorrenza da parte di attori che sino a ora avevano fondato il loro successo sulle grandi dimensioni e su un potere di stampo quasi monopolistico. Ci sono, per altro, aspetti molto positivi dell’intelligenza artificiale di cui tutti siamo possibili goditori. Come ha scritto Roberto Viola, un alto dirigente della Commissione europea: «Dalla fine della Seconda guerra mondiale sulle strade italiane ci sono stati tanti morti quanti sono stati i caduti di quello stesso conflitto. L’intelligenza artificiale non beve e non si arrabbia se viene sorpassata».
«La prospettiva di strade senza incidenti e senza morti grazie all’auto connessa - concludeva Viola - mi sembra, quindi, una prospettiva sociale di un certo interesse». C’è, poi, un altro campo, quello sanitario, nel quale l’AI presenta consistenti vantaggi. Qui, infatti, si potrà sostituire il medico tradizionale con una forma personalizzata. In base alla genomica digitale ciascuna persona potrà avere un gemello virtuale sul quale si proveranno medicine o altre cure e si vedrà se hanno gli effetti desiderati. Certo, al momento della creazione del gemello virtuale ci saranno dei costi, ma questi si ridurranno in modo consistente con l’utilizzo del nuovo modello. Secondo esperti i costi delle prestazioni sanitarie e medicali complessive si ridurranno almeno del 10%, molto probabilmente parecchio di più. Poiché l’Italia è una nazione con molti anziani maturi, i vantaggi sono evidenti. In sostanza, con l’avanzare dell’intelligenza artificiale avremo problemi e vantaggi. In particolare il mercato del lavoro sarà rivoluzionato. Per evitare che questo abbia conseguenze negative sugli equilibri sociali, già abbastanza insoddisfacenti, occorreranno misure di vario genere, dai pensionamenti anticipati per chi perde occupazione senza possibilità di lavori alternativi a modifiche radicali nel sistema scolastico. Sono cose facili a dire, ma piene di ostacoli nella realizzazione. È qui che si vedranno le capacità della classe politica. Poiché siamo un Paese democratico, è a ciascuno di noi che tocca fare le scelte giuste.

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