L’editoriale

Incognite alle urne Il fattore Bari

di Anna Laura Bussa

Bussa Meno elettori alle urne. In vista delle prossime amministrative di giugno, potrebbe essere questa la conseguenza principale di quanto sta avvenendo in questi giorni a Bari: dal rischio di possibili infiltrazioni mafiose nel Comune, paventato dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, all'inchiesta sulla compravendita dei voti che coinvolge esponenti del Partito Democratico. Per non parlare della fine del «campo largo», sancita dallo strappo del leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, e dell'aneddoto choc, raccontato dal presidente della Puglia, Michele Emiliano, di aver «portato il sindaco Antonio Decaro dalla sorella del boss». A sostenerlo, sono alcuni sondaggisti. Sostenitori di una possibile crescita dell'astensionismo in occasione della prossima tornata elettorale sono soprattutto Roberto Weber dell'Istituto Ixè e Renato Mannheimer di Ispo. Quest'ultimo è piuttosto scettico sulla possibilità di un «travaso di voti» tra centrosinistra e centrodestra, vagheggiato in queste ore da esponenti della maggioranza di Governo. «Tantissimo - osserva Lorenzo Pregliasco di “YouTrend“ - dipenderà comunque dal candidato che sceglierà la destra visto che per le Amministrative «la persona che si individua per fare il sindaco resta fondamentale». E a dimostrazione della sua tesi, ricorda come Decaro, quando venne eletto sindaco nel 2019, «riuscì a vincere con il 65%», mentre per le Europee, che si svolgevano lo stesso giorno (come avverrà anche stavolta), «i partiti di centrodestra arrivarono in città intorno al 40%». Quindi vuol dire che «fu Decaro ad essere votato un po' da tutti» non solo dai suoi.Per il centrosinistra, incalza Pregliasco, potrebbe esserci anche un altro problema: quello «di passare agli occhi degli elettori come una coalizione sempre più divisa e litigiosa». E quando le campagne cominciano così - avverte - si può ingenerare nell'elettorato la sensazione che l'esito del voto non sia poi così scontato. Con tutto quel che ne consegue in termini di perdita di fiducia e motivazione. Weber, poi, parla di pericolo astensionismo anche perché «l'elettorato di centrosinistra è molto più sensibile alle notizie di inchieste o di possibili scandali» rispetto a quello del centrodestra che si è rivelato «meno permeabile» negli anni a questo genere di accadimenti. Secondo Nicola Piepoli, invece, anche a Bari potrebbe confermarsi «la tendenza, ormai piuttosto radicata a livello nazionale, dalle politiche ad oggi», di «votare per il centrodestra». A prescindere da quanto accada in città. Per quanto riguarda i 5 Stelle, osserva ancora Weber, il movimento sarebbe già proiettato direttamente alle Europee visto che sul voto locale "non ha mai riscosso i consensi che ha ottenuto a livello nazionale; e, di conseguenza, puntando tutto sul voto nazionale e ben sapendo «quanto i due elettorati, quello M5S e quello Pd, non siano convergenti»", lo strappo sulle primarie appare «comprensibile».;

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