IL PUNTO

L'Europa deve battere un colpo

di Antonio Troise

Rieccola l’Europa che non vorremmo, soprattutto sul fronte dell’emergenza Covid. Avrebbe dovuto parlare con una sola voce, quella dell’Ema, l’autorità che vigila sui farmaci. E, invece, sull’antidoto AstraZeneca si sono mossi ancora una volta, e in ordine sparso, i singoli Stati. Domani l’Ema emetterà il suo verdetto sul vaccino anglo-svedese e ci farà sapere se è sicuro. Ma così il danno è ormai fatto. Nessuno cancellerà, in tempi rapidi, i sospetti e le paure sulle dosi di AstraZeneca. E questo al di là delle evidenze scientifiche che senz’altro supporteranno le decisioni dell’autorità europea. Ma il nodo da sciogliere è un altro. Dovrebbe, infatti, essere l’Ue a dettare la linea agli Stati, fissare regole, stabilire parametri nell’interesse dei cittadini. Se Bruxelles viene meno alla sua missione e, soprattutto, non riesce a garantire la sicurezza dei vaccini, rischia di crollare l’intero castello europeo. Era già successo qualche mese fa quando, a dispetto degli accordi che avevano affidato all’Ue il compito di acquistare i vaccini per tutti, alcuni Paesi (a partire sempre dalla Germania) si erano mossi in autonomia, acquistando dosi aggiuntive in proprio. C’è poi, ancora, il giallo dell’antidoto russo, lo Sputnik, che un giorno viene bocciato in nome della geopolitica e il giorno dopo «riesumato» per la necessità di trovare nuovi vaccini. Insomma, Bruxelles deve cambiare marcia, far sentire il suo peso e dimostrare sul campo la sua autorevolezza. Un fallimento sui vaccini rischia di far perdere all’Europa un bene non meno importante della salute, la fiducia dei suoi cittadini.

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