DISCONTINUITÀ

La «firma» di super Mario sul DPCM

di Antonio Troise

Sulla carta lo strumento non ca/mbia. Anche il governo Draghi comincia con il famigerato e criticato Dpcm dell’era Conte, il decreto del premier che cambia la vita degli italiani, entra nelle nostre case e nelle nostre scuole, con regole che dipingono le regioni dei colori che vanno dal bianco al rosso, passando per l’arancione scuro. Ma, in realtà, dietro l’apparente continuità, c’è una sostanziale «discontinuità». Anche nel modo in cui le nuove regole decise ieri sono state comunicate: non più la conferenza stampa a tarda ora e a rete unificate. Ma un più collegiale «concerto» di ministri ed esperti del Cts, nel cortile di Palazzo Chigi, con un quartetto composto da Speranza, Gelmini, Brusaferro e Locatelli. Super-Mario Draghi, per ora, resta dietro le quinte, in silenzio. Fa parlare i fatti. E tiene ferma la rotta del rigore. Le varianti del virus fanno più paura delle speranze legate ai nuovi antidoti e alla campagna di vaccinazione di massa che da aprile dovrebbe cominciare a procedere a ritmi più intensi, fino ad arrivare alla soglia massima dei 500 mila immunizzati al giorno. Ma per ora la situazione è tutt’altro che blindata, le multinazionali del farmaco consegnano le preziose fialette con il contagocce. Quindi, è presto per abbassare la guardia e annunciare aperture a raffica. Da questo punto di vista, anzi, le differenze di passo fra la linea di Conte e quella di Draghi sono minime. Anzi, in alcuni casi, le restrizioni sono addirittura più rigide e maggiormente aderenti alle indicazioni arrivate ieri dagli esperti del Cts. L'Italia, almeno fino al 6 aprile, subito dopo la Pasqua, continuerà a stringere la cinghia, con le regioni chiuse nel loro confini e tante macchie «rosse» sparse un po' dovunque, zone dove tutto (o quasi) sarà fermo. Ma almeno non ci sarà il lockdown generalizzato di un anno fa, quando tutto il Paese si ritrovò con le strade vuote e le bandiere alle finestre. Uno scenario che Draghi vuole evitare a tutti i costi. Per non dare il colpo del ko ad un'economia già in ginocchio e per lanciare, ai cittadini, un messaggio di fiducia e di ottimismo.Nei prossimi giorni il premier ha promesso di far sentire la sua voce, di lanciare il suo primo appello agli italiani. Ma lo farà a modo suo, con il suo stile asciutto, molti sostantivi e pochissimi aggettivi. E adesso il Paese si aspetta che ai Dpcm delle chiusure facciano seguito i vaccini e le misure a sostegno dell'economia e dell'occupazione. Sarà questo il vero banco di prova del nuovo esecutivo di unità nazionale.

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