IL PUNTO

La strada maestra della profilassi

di Federico Guiglia

Massima precauzione, ma niente panico. Dopo i mesi dell’incertezza e della paura, la tanto attesa vaccinazione rappresenta la svolta della fiducia. Fiducia nella scienza e nella ricerca che, con un lavoro immane, investimenti e sperimentazioni mai visti in queste dimensioni e con tale rapidità nella storia del mondo, ci hanno indicato la strada per uscire dal tunnel. Ma fiducia anche nelle istituzioni, italiane e internazionali, che hanno avallato tale scelta, che vigilano e intervengono su ogni episodio sospetto. A cominciare dalla morte per arresto cardiaco del sottufficiale di Marina, Stefano Paternò, ventiquattr’ore dopo essersi vaccinato con una dose di AstraZeneca a Siracusa. Proveniva dal lotto ABV2856 che è stato subito sospeso dall’Aifa (l’agenzia nazionale del farmaco) per ulteriori controlli. Dovere della giustizia è accertare la verità dei fatti con rigore. Così come dovere delle autorità è fugare ogni dubbio: ai cittadini scossi da episodi che vanno chiariti al più presto, e affranti da una pandemia che continua a colpire in maniera grave e diffusa, va garantita la sicurezza e non solo l’efficacia del vaccino. Ma anche l’Ema (agenzia europea del farmaco) non ha dubbi nell’affermare che i vantaggi dalla vaccinazione sono superiori ai rischi. E rivela: a oggi sono stati segnalati «30 casi di eventi tromboembolici su quasi 5 milioni di persone immunizzate». Vaccinarsi è un impegno da realizzare nella massima trasparenza. Lo Stato e i cittadini hanno lo stesso obiettivo: battere il virus.

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