La tavola all'incontrario

Dunque, i würstel fanno male, i salami pure, le carni rosse «possono» fare male, mentre insetti, vermi, larve, scorpioni e ragni sono buoni e fanno bene. Se m'invitano a cena e c'è un risotto, cosa faccio? Se vedo funghi o salsiccia, mi siedo e mangio. Ma se vedessi formiche o ragni, salterei il primo. Può darsi che gli insetti siano anche buoni, e che fritti con olio siano croccanti e gustosi, ma è questione di cultura: non si mangia solo con i denti e lo stomaco, ma si mangia con tutto il nostro essere. Per noi italiani, che facciamo del nutrimento un pilastro della nostra economia e della nostra civiltà, mangiare non è un modo per soddisfare la fame, ma per soddisfare il gusto. Il vino, prima di berlo, prima di valutarlo, lo odoriamo col naso, prima una narice poi l'altra. Il cibo, prima di mandarlo giù a farsi carne e muscoli, lo fermiamo in bocca e ne ascoltiamo il sapore, il profumo, la delicatezza. In tutto questo c'entrano la vista (il cibo dev'essere gradevole), il colore (il pollo non può essere verde, come in certi menù aerei), la forma, la storia. Non mangiamo gatto. Né cane. Né serpente.Vedo che il 19 % degli italiani è pronto ad assaggiare fettine di coccodrillo. M'iscrivo al restante 81 per cento. Il 7 % gradirebbe, o accetterebbe ragni fritti. Io resto nell'altro 93 per cento. I ragni sono il simbolo del sottoscala, della ragnatela, della cattura delle mosche. Vedo che son commestibili anche le cavallette. Adesso non si vedono da un po' di decenni, ma io le ricordo quando volavano a nuvole, calavano su qualche campo coltivato, e quando volavano via la coltivazione non c'era più, restava il deserto. Nella Bibbia sono citate come una maledizione. Non mi nutro di maledizioni. Il lato grottesco di questi cibi ammessi adesso dal Parlamento europeo sta nel fatto che arrivano insieme con la raccomandazione di evitare carni, insaccati, salami, pancetta. Solo a leggere le due notizie, le carni sconsigliate e gl'insetti raccomandati, lo stomaco si chiude. Mentre un cibo deve piacerti. A mio padre i medici sconsigliavano il salame, di cui era ghiotto. Gli dicevano: «Una fetta al giorno». Lui ne prendeva una fetta al giorno, ma dello spessore di dieci centimetri. È arrivato alla soglia dei 90. Si mangia con saggezza, con moderazione, quel che piace, non quel che t'impongono. Una sera ero solo in casa, al tg vedo un vecchio ultracentenario che svela il suo segreto: solo cipolla cruda e vino rosso. M'impinzo di cipolla e vino. A mezzanotte ho chiamato il Pronto Soccorso, credevo di morire.

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