LA SVOLTA

La zampata di Draghi. Benservito ad Arcuri

di Federico Guiglia

Sarà un alpino a guidare la campagna di primavera contro il Covid-19. Con una mossa dopo l’altra, e all’insegna di un decisionismo tanto silenzioso quanto pragmatico, Mario Draghi continua a costruire la nuova squadra per affrontare l’emergenza sanitaria e la ricostruzione economica. All’indomani del cambiamento al vertice della Protezione civile, il presidente del Consiglio manda a casa anche Domenico Arcuri, la figura dai molti compiti che più si associava all’esecutivo Conte. Draghi neppure aspetta la scadenza del mandato dell’ormai ex commissario straordinario e lo sostituisce subito col generale di Corpo d’Armata, Francesco Paolo Figliuolo. È un apprezzato militare, da due anni comandante logistico dell’Esercito, con importanti esperienze internazionali alle spalle, dall’Afghanistan al Kosovo. Con l’arrivo del generale Figliuolo si chiude il cerchio della svolta voluta da Draghi: la politica dei banchi a rotelle e delle misure confuse e insufficienti va finalmente in archivio. Adesso la scommessa del nuovo governo è di affidare a ciascuno il suo ruolo di emergenza, confidando nelle persone più competenti per settore. Senza farsi irretire dai plausi della politica (la zampata di Draghi è festeggiata da tutto il centrodestra e da Renzi) e senza più assegnare missioni onnicomprensive a una sola persona. Discontinuità, dunque. Anche nella scelta di comunicare le novità dopo che sono state fatte, al posto dei troppi vuoti annunci a reti unificate.

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