L’editoriale

Ma il vero nodo sono le Europee

di Stefano Valentini

Stefano Valentini A fare da detonatore è stato il diverso punto di vista sulla pur condivisa autonomia differenziata. Ma non occorre scavare dietro le quinte, per capire che, a provocare l’improvvisa, ma non sorprendente rottura tra Lega e Forza Italia nel Veneto, sia soprattutto il voto europeo in arrivo. Se «competition is competition», come disse una volta Romano Prodi per spiegare le forti tensioni tra gli alleati di centrosinistra, l’idea del sorpasso elettorale che il partito di Antonio Tajani accarezza nei riguardi della Lega di Matteo Salvini, sconquassa anche il centrodestra a Venezia e dintorni. Già l’intesa lagunare nella maggioranza non era granitica, visto che Forza Italia non aveva voce, cioè assessorati, nella stanza dei bottoni. Ma ciò che proprio Tajani ha detto sull’autonomia fortemente voluta da Luca Zaia, e il cui testo è all’esame della Camera dopo essere stato approvato dal Senato, ha determinato, di fatto, l’estromissione dei consiglieri regionali azzurri dalla coalizione. Per dirla col più felpato linguaggio della politica, e del segretario regionale leghista, Alberto Stefani: «Spiace constatare che Forza Italia è oggettivamente uscita dal perimetro di maggioranza in Veneto». Tutta colpa - o pretesto - di una frase di Tajani non solo innocente («vigileremo sull'autonomia»), ma il cui concetto era stato più volte espresso dal capo dello Stato, Sergio Mattarella, sottolineando che l'autonomia non può e non deve intaccare l'unità e indivisibilità della Repubblica. Come stabilito chiaramente dall'articolo 5 della nostra Costituzione.Tuttavia, il presidente Zaia ha interpretato l'uscita del ministro Tajani quale sottile monito rivolto all'alleato leghista, che preme sull'acceleratore per la riforma.«Mi dà un po' fastidio sentir dire che bisogna vigilare», ha polemizzato il presidente del Veneto. «Non è che qui qualcuno scappa con la refurtiva. Stiamo parlando di un processo serio per la modernità dell'Italia».S'è aperto, così, lo scontro fra Lega e Forza Italia, protagonista pure il coordinatore forzista nel Veneto e già sindaco di Verona, oltre che ex leader leghista, Flavio Tosi, su quale partito tra i due litiganti sia il più autonomista dell'altro. Con reciproche recriminazioni sul tempo perduto, in passato e nel presente, perché l'autonomia diventi legge dello Stato.Ma sullo sfondo del tira e molla autonomistico s'intravedono le divergenze sul terzo mandato per Zaia, le diverse aspettative sull'Europa, le differenti opinioni sulla guerra scatenata da Vladimir Putin e altre questioni regionali sulle quali non sono mancate le critiche di Tosi.Un duello a distanza con Zaia anche sul terreno politico, considerata la comune origine leghista: ognuno conosce molto bene il campo altrui.Si può scommettere che la sfida tra Lega e Forza Italia proseguirà almeno fino all'8 giugno, e non all'insegna del voto nazionale previsto a Roma sull'autonomia, bensì del voto europeo già fissato per Strasburgo.

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