L’editoriale

Rebus Nato Essere uniti o scomparire

di Antonio Troise

ANTONIO TROISE C’è una parola che viene ripetuta senza sosta in tutte le sedi diplomatiche del mondo, dopo l’attacco dell’Iran a Israele e in attesa della ormai quasi certa risposta di Tel Aviv: de-escalation. Dietro questo termine, però, non ci può essere solo una generica volontà di pace o l’auspicio che la forza della ragione prevalga su quella delle armi. C’è bisogno, invece, di trattative serrate e istituzioni serie in grado di portarle avanti. E, da questo punto di vista, ci sarebbe davvero la necessità di avere più Europa sullo scacchiere geopolitico mondiale, mettendo da parte ogni velleità nazionalistica o, peggio ancora, ideologia sovranista. Ma sarebbe anche necessario avere più Nato, spingendo il perimetro di azione dell’Alleanza Atlantica fino all’area del Mediterraneo, dove c’è un evidente deficit di attenzione. E bene ha fatto ieri il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a richiamare con forza la necessità di riportare al centro dell’azione diplomatica quell’ampio arco di instabilità che nel mar Mediterraneo sta trovando il suo drammatico punto di convergenza, chiamando l'Italia «ad assolvere a un ruolo di stabilizzazione e difesa dei principi della convivenza internazionale». È ormai evidente che Nato ed Europa devono muoversi insieme nella difesa dei valori occidentali, della libertà e della democrazia. E che rappresentano uno dei pochi baluardi per difendere quel mondo nato dalle rovine della seconda guerra mondiale e che fino ad ora ha consentito a ben tre generazioni di non conoscere l'orrore della guerra. Ma attenzione. Per evitare una deriva dagli esiti imprevedibili la strada da seguire è obbligata: «Esistere uniti o scomparire». Sergio Mattarella, cita Luigi Einaudi per far capire la gravità del momento e per dare il senso della portata delle tensioni del pianeta. Parole scandite durante una conferenza per i 75 anni dell'Alleanza Atlantica. Ma mai come in questo momento la ricorrenza ha perso ogni carattere celebrativo e il discorso del Capo dello Stato ha affrontato di petto i nodi che la comunità internazionale è chiamata a sciogliere senza alcuna esitazione. Il Quirinale difende il ruolo della Nato e respinge al mittente le accuse arrivate dalla Russia sulle sue tentazioni espansionistiche o aggressive. La verità è che la Nato ha garantito la pace in Europa e ha presidiato le nostre libertà. Ma ora è chiamata ad un altro compito: quello di non poter tollerare il «fatto compiuto». E, per farlo, deve far sentire la sua voce anche nel versante Medio Orientale del mondo, da Gaza al Mar Rosso. Anche l'Europa, però, deve fare la sua parte, smettendo una volta per tutte di indossare gli abiti della spettatrice di eventi di cui subisce solo le conseguenze negative e parlare con una sola voce. Si vince se riesce ad agire unitariamente. Cominciando a mettere in campo quella difesa unica che rappresenta il primo passo per sedersi al tavolo dei negoziati e, soprattutto, far contare la propria opinione. Si vince solo se si è uniti.

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