Se gli obblighi fiscali diventano immondizia

La bolletta della Tari? A Bagnolo la mandano al macero senza nemmeno differenziarla. Ci sono famiglie che non pagano la tassa dei rifiuti da quando si sono trasferite in paese, altri furbetti che la versano a intermittenza. E diventa difficile pensare che dietro l’evasione si nasconda soltanto la crisi, perché le rateizzazioni concesse sono davvero a misura di poveri. Il Comune si è ritrovato così a gestire un buco da mezzo milione e i controlli non sono ancora ultimati. La stabilità finanziaria dell’ente, già alle prese con l’austerità, rischia di essere minata. Ok, spontaneo chiedersi perché la deriva di morosità sia spuntata con colpevole ritardo, ma il nodo è un altro. Dai tempi del ministro Gigi Di Maio sentiamo pronunciare come un mantra che «non bisogna tartassare i piccoli evasori, ma i grandi professionisti delle truffe all’Erario». A furia di dirlo i cittadini cominciano a credere che non pagare i tributi locali sia un peccato veniale. Tanto più ora che il nuovo governo, con modi più raffinati, ha svelato di essere d’accordo con Di Maio, innalzando il tetto al denaro contante. Ma in fondo «pecunia non olet», i soldi non hanno odore, come le bollette della tariffa rifiuti, specie se finiscono al macero.

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