SUCCESSO IN PISTA

Velodromo chiuso quartetto vincente

di Piergiorgio Chiarini

L’oro e il record mondiale ottenuti ieri a Tokyo nel ciclismo su pista dal quartetto azzurro si aggiungono alle soddisfazioni inattese che queste Olimpiadi ci stanno dando. Una medaglia d’oro che arriva ben 61 anni dopo quella dei giochi di Roma del 1960. Questa vittoria parla un po’ anche bresciano perché i quattro ciclisti hanno costruito il loro risultato negli ultimi mesi allenandosi sulla pista del velodromo di Montichiari, unico impianto coperto per il ciclismo su pista esistente in Italia. Un particolare paradossale in quanto l’impianto monteclarense è fermo da quasi quattro anni ed è stato aperto solo per consentire l’allenamento dei ciclisti azzurri. Nell’ottobre del 2017 il velodromo, inaugurato nel 2009, fu chiuso dopo alcune perdite nella copertura. Da allora non ha più riaperto, se non negli ultimi mesi solo per consentire a porte chiuse la preparazione degli azzurri. Si parla di un possibile ritorno alla normalità in autunno, forse. In questi anni ai problemi tecnici sono subentrati gli immancabili ostacoli burocratici. Si è scoperto che mancava la certificazione antincendio e qualche solerte funzionario ha ben pensato di bloccare tutto per un pezzo di carta come sempre accade in Italia. Strascico di polemiche, rimpalli di responsabilità e poi un infinito braccio di ferro fra il Comune e il Coni sul finanziamento dei lavori e sulla gestione. Una vicenda che dice anche di come spesso il nostro paese sappia farsi del male da solo. Il risultato di ieri riscatta ampiamente questa pagina non commendevole. Speriamo serva da lezione.

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