Bentornata lotteria c'è bisogno di fortuna

La Leonessa
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Ogni maledetta domenica (maledetta per chi non vinceva mai, nemmeno un 12 da pagarci l’affitto) c’era una volta la schedina del Totocalcio, ma lì per vincere bisognava capirne di football e possedere, al tempo stesso, un fondoschiena di non misurabili dimensioni. Poi, ogni 12 mesi, c’era la Lotteria di Capodanno, una Befana multimilionaria che offriva a tutti i comuni mortali l’occasione per cambiare vita: l’improvviso benessere, la fine delle piccole miserie quotidiane, il falò delle cambiali, l’esorcismo dei pignoramenti, la kryptonite degli ufficiali giudiziari, la villa al mare. Tutto questo fino al 2009, quando ancora i bresciani acquistavano in massa il biglietto della Lotteria: quell’anno ne furono staccati 300 mila, come un bresciano su quattro o tutte le famiglie da Pontedilegno a Quinzano. Poi il declino, il crepuscolo delle illusioni: arriva per chi ci crede il Superenalotto, arrivano altre consapevolezze, arriva che siamo stufi di aspettare quel treno che non passa mai. Sempre meno tagliandi, Befana dopo Befana. Nell’ultimo anno, da quei 300 mila del 2009, ne sono stati venduti solo 93 mila ai bresciani. Ma con un piccolo aumento, questa è la novità: dopo anni di calo costante, una ripresina. Domani ci sarà l’estrazione. E buona fortuna.

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