Bisse di cittadinanza e tradizioni in declino

Èdal 1995 con la mitica Foscarina che i vogatori del Garda bresciano non riescono a vincere il Palio delle bisse, detto anche Bandiera del lago: la spuntano sempre, con distacchi anno dopo anno più incolmabili, gli equipaggi del lago d’Iseo (quest’anno Clusane, l’anno scorso Paratico) oppure quelli dell’altra sponda, nel senso di gardesani ma veronesi, di un altro mondo. Un mondo in cui alla gente piace ancora vogare; sulla nostra sponda del Garda, invece, è una tradizione che si sta perdendo. Al punto che in questa edizione del Palio era in gara una sola bissa della riviera, la Villanella di Gargnano, che si è fatta onore ma nel «gruppo B», quelle delle barche meno competitive. Che cosa è successo? Dove sono finiti i vogatori di Desenzano, di Gardone, di Sirmione? Dove è finita una tradizione che sul Benaco aveva secoli di storia e che oggi sopravvive solo grazie ai rematori del Sebino, di un altro lago? Proprio qui, sul Garda, quando agli inizi della stagione non si trovavano cuochi e camerieri, qualcuno dava la colpa al reddito di cittadinanza. Ma i vogatori? Non esiste la bissa di cittadinanza! Si può solo imparare una lezione: per conservare la nostra storia, le nostre tradizioni, il senso di comunità, ci vuole qualcuno disposto a sudare. O ne resterà solo il ricordo.

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