La leggenda racconta che gli israeliti fecero crollare le mura della città di Gerico suonando sette trombe di corno d'ariete e intonando l’assordante inno di guerra. Di certo oggi la tattica non basterebbe a infrangere la trincea di inadeguatezza in cui si barricano certi politici. Un esempio? La sordina alle bande e i cori imbavagliati. La musica e le canzoni simbolo del territorio non potranno celebrare Brescia capitale della cultura. Dopo il grande silenzio imposto dalla pandemia, il Governo, come spesso è capitato durante l’era del Coronavirus, ha cambiato di corse le regole per accedere ai ristori destinati a formazioni musicali e cori. Il risultato? Il movimento che nel Bresciano coinvolge oltre 15 mila persone tra maestri, musicanti e coristi rischia di perdere dopo due anni di austerità la possibilità di ottenere una fetta del milione del 2022. L’unica speranza è che il nuovo Governo riveda le modalità e i criteri di finanziamento, altrimenti rischiano di scomparire dall’orbita artistica associazioni che svolgono anche e soprattutto un ruolo sociale, indirizzando a una pratica educativa come la musica e il canto migliaia di ragazzi. Ma questo è un dettaglio per chi si barrica dietro a una barriera di inadeguatezza più resistente delle mura della città di Gerico.