Il Berlusconi che manca a Desenzano

La Leonessa
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È un Berlusconi che manca a Desenzano, uno che abbia almeno l’audacia, se non la sfrontatezza, di proporsi, di dire «ghe pensi mi», lo faccio io il presidente (fermo restando che poi ci vogliono i voti). Sul lago, nella città di Sant’Angela, dove fra quattro o cinque mesi al massimo si dovrà eleggere il nuovo sindaco, non c’è ancora l’ombra di una candidatura ufficiale. Nemmeno nel centrodestra, amministrazione in carica, è stato sciolto il nodo della riconferma o meno del sindaco uscente, né dal diretto interessato (che aspetta e rifiuta il ruolo di Berlusconi del basso Garda quando dice «non sarebbe serio auto-ricandidarmi») né dalle forze che da cinque anni lo sostengono. Che non hanno detto di non volerlo più sostenere, ma nemmeno si decidono a proporgli ufficialmente il «bis». Non che all’opposizione vada meglio, anzi: né il centrosinistra né i 5 Stelle hanno un nome spendibile, eppure i giorni volano, i mesi sono sempre meno, l’orologio fa tic-tac. Altro che Quirinale, altro che catafalco, i grandi elettori, tutta la pompa e la solenne circostanza dell’elezione di un Capo di Stato: sarà di certo un passaggio delicato, ma vuoi mettere scegliere il sindaco di Desenzano? Questo sì che è un percorso a ostacoli, inciampi, botole e trabocchetti. In cui nessuno per ora si avventura. Chiamiamo Berlusconi?

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