Il Mose del Garda e il genio rottamato

Allora Mosè stese la mano e il Signore sospinse il mare rendendolo asciutto: le acque si divisero. È il libro dell’Esodo (14:21), racconto tra i più spettacolari delle Sacre Scritture, tra i più emozionanti: la potenza divina, la fede di un popolo, le leggi terrene (tipo quella per cui l’acqua non sta in piedi) piegate al superiore disegno di salvezza e di futuro. È anche per questo che la famosa diga mobile di Venezia, quella che protegge la Serenissima dal flagello dell’acqua alta, è stata battezzata Mose, più per spirito che religione: un lampo di genio, ed ecco che il Modulo Semovente Elettromeccanico è diventato un riferimento biblico, novello Mosè in acciaio, cemento e marchingegni vari. Lampo di genio fu anche, sul Garda, quello di copiare l’idea per proteggere il porticciolo di Campione dal moto ondoso: nacque così il cosiddetto Mose del Benaco, 80 metri lineari di barriera mobile, in grado negli auspici di innalzarsi quando sale l’onda. Ma dopo 11 anni e 2 milioni spesi, il sistema è tecnicamente fallito: non funziona, non è fatto per funzionare, e il Comune ha deciso di cedere il tutto, come rottame da riciclare, al primo che se lo porta a casa. È mancata stavolta la potenza divina, il disegno superiore. O forse è mancato solo un ingegnere bravo.

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