Il tanfo prosperava nessuno controllava

La Leonessa
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Fanghi contaminati sparsi sui campi della bassa come concime. Una prassi che andava avanti da anni nonostante le denunce e gli episodi ripetuti di molestie olfattive insopportabili. Eppure nulla accadeva. Ora l'indagine dei carabinieri ha finalmente acceso i riflettori su un fenomeno che da quanto sta emergendo era fuori controllo. Naturalmente non è nostro compito anticipare le sentenze, e c'è solo da augurarsi che l'iter giudiziario faccia chiarezza e accerti presto le effettive responsabilità. Quel che però è certo è che qualcosa non funziona. Utilizzare la scusa dell'economia circolare per spacciare qualunque cosa rischia di fare un danno a tutto il sistema di imprese e operatori seri che stanno cercando di costruire percorsi ecologicamente sostenibili. Nel caso che ha coinvolto l'azienda Wte sorprende che nessuno di coloro a cui competono verifiche e controlli si sia mai preso la briga di andare a vedere come stavano le cose. Eppure le schifezze finivano nei campi coltivati e si facevano sentire per la loro inconfondibile puzza. Del resto non c'è da meravigliarsi: anni fa per un'altra vicenda di molestie olfattive un presidente del Tar di Brescia dichiarò che il tanfo c'è ma non fa male. Probabilmente non abitava vicino alle fonti della puzza.

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