L'amore e un treno ma non a Calcinato

Alla fine ci vanno sempre di mezzo gli innocenti, quelli non c’entravano niente, che passano per caso badando ai fatti loro e che si beccano, non si sa perché proprio loro, la tranvata. Sono infatti gli abitanti di Calcinato e di Lonato a subire i disagi maggiori dei cantieri Tav: due paesi dove i supertreni veloci non faranno fermate e non offriranno specifici vantaggi. Avevano ben da cantare Alberto Sordi e Monica Vitti, in Polvere di Stelle, che «l’amore è un treno che fila sereno, per monti e vallate fermate non fa». Qui di amore se ne vede un gran poco. Dopo i disagi vecchi ormai di un anno dalle parti di via Stazione, a Calcinato ora tocca a chi gravita attorno al cavalcavia di via Manzoni, che verrà demolito e mai più ricostruito, lasciando in eredità una viabilità «alternativa» ancora da vedere. A Esenta di Lonato, demolito anche in quelle contrade il cavalcavia, i disagi sono ormai vecchi di mesi e termineranno a dicembre. Tutto questo in cambio di? Niente. Certo, non dobbiamo farci contagiare dalla sindrome Nimby: la Tav è o sarà un’opera strategica nazionale, cosa che non si può dire, pur con tutto il rispetto, per il quieto vivere dei buoni (ma forse poco strategici?) cittadini di Esenta e di Calcinatello. Ma che «l’amore è un treno», a loro, non la si può cantare.

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