L’effetto tsunami sul turismo sebino

La Leonessa
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Dita incrociate con una mano, con l’altra facciamo le corna, ma sarebbe bello avere una terza mano e contemporaneamente farsi anche il segno della Croce, una quarta per toccare ferro e una quinta mano per toccarsi dove non è elegante specificare, ma per il momento (per il momento) di frane da milioni di metri cubi di roccia nel lago d’Iseo e di conseguente «effetto tsunami» con onde anomale alte svariati metri, possiamo dirlo, non ce ne sono state. Gli esperti dicono anzi che il fronte franoso è in rallentamento, che lo scenario peggiore è il meno probabile e che l’effetto onda distruttiva è di tutte le possibilità la più remota. Speriamo. Ma intanto un’onda lunga e devastante è già arrivata sul Sebino: uno «tsunami» turistico causato dalla paura degli ipotizzati disastri, che ha portato una raffica di disdette sulle prenotazioni negli alberghi e nei campeggi del lago. Da tutta Italia e anche dall’Olanda e dal Belgio, perché il Paese è piccolo e la gente mormora, ma anche l’Europa non è tanto grande e sui giornali olandesi di «tsunami» sul Sebino si è parlato. Altra mazzata per il turismo locale, perché il Covid non bastava. A chi dare la colpa? Inutile ormai. Ma la prossima volta, magari, prima di evocare disastri biblici sarà meglio aspettare almeno le evidenze scientifiche.

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